Balotelli, un gol di rabbia contro i razzisti

Quella foto di Bonucci che gli tappa la bocca dopo avere segnato un gol divino all’Irlanda, ha già fatto il giro del mondo. Perché Mario Balotelli è fatto così: prende o lasciare. Retrocesso a riserva dopo le prime due partite da titolare, il ragazzo simbolo dell’Italia di Prandelli entra in campo a Poznan nella ripresa e, persino i solitamente civili tifosi irlandesi lo accolgono con i soliti ululati razzisti. Gli stessi che alcuni gruppi di animali spagnoli e croati gli avevamo riservato nei due precedenti incontri. I nazisti croati gli avevano pure fatto il saluto hitleriano, tirandogli anche una banana dopo avere fischiato l’Inno di Mameli, lanciato petardi e fumogeni in campo. Tant’è vero che oggi l’Uefa dovrebbe stangare la federcalcio di Zagabria: dovrebbe perché, talvolta, l’Uefa predica bene e razzola male.

Così, quando Balotelli ha segnato quel gol capolavoro, non ha esultato, ma ha esploso la sua rabbia contro gli incivili irlandesi che l’avevano sbertucciato. O meglio stava per esploderla, in inglese, come ha raccontato Bonucci che non ci ha capito un’acca, ma, per non saper né leggere né scrivere, gli ha subito tappato la bocca, evitandogli nuovi guai.

Balotelli è condannato a vivere in una condizione di insopportabile anormalità. Quando fa bene ciò che gli riesce meglio, cioè giocare a calcio, è un fenomeno. Ma se sbaglia un gol fatto contro la Spagna viene giù il mondo. E poi, lui sa che in agguato ci sono sempre i razzisti e i frustrati, gli invidiosi e gli animali da stadio. Per un ragazzo di 21 anni, a volte il peso da sopportare diventa intollerabile, ma se in questi Europei possiamo arrivare lontano, lo dobbiamo anche a lui.