Attualità

L’Aquila, Amarcord

di Paola Marulli

La porta, ormai serrata da più di 3 anni dello storico bar Commercio a L’Aquila, ospita una serie di[i] post-it [/i]colorati dove sono riportati pensieri sulla città, semplici saluti o citazioni che contribuiscono nel loro insieme a creare un [i]amarcord[/i] di carta. L’idea ha preso forma il 5 aprile scorso e nasce dalla mente dell’aquilana Patrizia Tocci che ha voluto, grazie a questa inusuale iniziativa, dare la possibilità a tutti di esprimersi attraverso un semplice foglio adesivo, un memo, un [i]post-it[/i], che abbia la funzione di supportare la memoria, un appunto con la biro che serva alla città per non essere dimenticata. La sintesi dell’iniziativa è nel titolo ‘Amarcord’, famoso film di Fellini e neologismo nato proprio dal dialetto romagnolo “a m’arcord”, ossia “io mi ricordo”, inteso come una “rievocazione in chiave nostalgica”.

Il mosaico di [i]post-it[/i] viene incrementato dai molti che decidono di lasciare un proprio segno, anche se temporaneo, sul muro del [i]memento[/i] fatto di messaggi utili al ricordo sia per il mittente che per il destinatario.

L’inizio dei portici di Corso Vittorio Emanuele era un punto d’incontro per molti aquilani, era il “capo piazza” luogo di tanti appuntamenti, di ottimi caffè e di partenze e di arrivi dei taxi; qui si intrecciavano le persone con un bagaglio di esperienze e di sogni diversi e proprio con i [i]post-it[/i] si vuole catturare quel flusso di pensieri e fermarlo nero su bianco raccontando così frammenti di realtà.

Frasi autonome che hanno in comune la matrice del ricordo, di un qualcosa di vissuto di cui si ha nostalgia, una retrospettiva di parole che mima l’atto del costruire: i piccoli [i]post-it[/i] ricoprono la parete come se fossero mattoni rendendo possibile l’idea di una ricostruzione partecipata, fondata sullo scambio proficuo di idee e sulla condivisione.

[url”Torna alla Home Zapping”]http://ilcapoluogo.globalist.it/?Loid=162&categoryId=200[/url]

Più informazioni