
Bufera sul calcio, nuovo blitz contro il calcioscommesse. Tra gli arrestati Stefano Mauri, capitano della Lazio e Omar Milanetto, già calciatore del Genoa, attualmente in forza al Padova. La polizia è giunta anche nel ritiro della nazionale a Coverciano.
Coinvolto nell’inchiesta Domenico Criscito. Il difensore, attualmente in forza allo Zenit San Pietroburgo, risulta indagato per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva e alla truffa. Criscito in ritiro con la Nazionale di Calcio a Coverciano sarebbe stato perquisito dagli agenti. Il gip di Cremona Guido Salvini, inoltre, non ha accolto la richiesta di arresto avanzata dalla procura di Cremona nei confronti dell’attaccante del Genoa Giuseppe Sculli. Il giocatore è indagato per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva.
Fra gli indagati nell’operazione New Last Bet C’è anche Antonio Conte, allenatore della Juventus.
Gli uomini della Polizia di Stato di Cremona, Brescia, Alessandria, Bologna e del Servizio Centrale Operativo (SCO) stanno eseguendo 19 provvedimenti restrittivi e numerose perquisizioni in Italia e all’estero. Gli indagati devono rispondere dei delitti di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva. La nuova ondata di arresti costituisce una nuova tranche dell’inchiesta, sempre condotta Polizia di Stato di Cremona, coadiuvata dal Servizio Centrale Operativo (SCO), conclusasi lo scorso dicembre con la cattura di 17 altri indagati, tra i quali i giocatori ed ex giocatori di calcio Carlo Gervasoni, Filippo Carobbio, Alessandro Zamperini e Luigi Sartor. In una prima fase, nel giugno 2011, erano state tratte in arresto altre 16 persone, tra cui l’ex calciatore Giuseppe Signori e gli altri calciatori Marco Paoloni, nonche’ Vincenzo Sommese e Marco Micolucci.
Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi sono compresi giocatori ed ex-giocatori italiani,che sarebbero coinvolti nel fenomeno del calcio-scommesse, alcuni dei quali militano nella massima serie calcistica. Sono in corso di esecuzione anche 30 perquisizioni domiciliari nei confronti di altrettanti indagati, a titolo diverso, per i suddetti reati, deferiti in stato di libertà. Si tratta di calciatori di serie A e serie B, tecnici e dirigenti di società professionistiche (anche della Massima Serie) coinvolti nelle indagini. Per conto del gruppo criminale transnazionale, i giocatori italiani – militanti in serie A, B, LEGA PRO, avrebbero agito, a vario titolo, come referenti del sodalizio transnazionale sul territorio italiano per la combine delle partite di calcio.
INDAGATO ANCHE BONUCCI – Dopo Criscito, un altro giocatore della Nazionale è indagato nell’indagine sul calcioscommesse: è il difensore della Juventus Leonardo Bonucci. L’iscrizione, secondo quanto si apprende, è stata fatta formalmente dalla procura di Cremona ma gli atti verranno girati quanto prima alla procura di Bari. Quest’ultima è titolare del fascicolo d’indagine che riguarda la squadra pugliese, in cui militava Bonucci all’epoca dei fatti. Spetterà dunque ai magistrati pugliesi vagliare la posizione del giocatore, chiamato in causa dal suo ex compagno di squadra al Bari Andrea Masiello. Di Bonucci si parla anche nell’ordinanza con cui il Gip di Cremona Guido Salvini ha emesso 19 provvedimenti restrittivi, tra cui gli arresti per Mauri e Milanetto. Sentito dai pm cremonesi lo scorso 15 marzo – scrive il Gip – Masiello ha raccontato che in occasione di Udinese-Bari del campionato 2009-10, il ristoratore Di Tullio (indagato a Bari, ndr), gli propose di manipolare l’incontro. «Io – mette a verbale Masiello – girai la proposta ai miei compagni di squadra trovando dei consensi. Ne parlai con Bonucci, Salvatore Masiello, Belmonte e Parisi. Arrivati ad Udine, Salvatore Masiello contattò telefonicamente Simone Pepe, giocatore dell’Udinese (ora alla Juve, ndr) chiedendogli ‘se voleva acquistare una Ferrari’». La combine, dice Masiello, alla fine saltò. «Per quanto non avessimo raggiunto l’accordo con i calciatori dell’Udinese, almeno per quello che mi era stato riferito, io, Bonucci, Belmonte e Parisi giocammo per raggiungere il risultato a cui mirava Di Tullio, agevolando la segnatura di tre reti». Le dichiarazioni di Masiello, scrive il Gip Salvini, «indicano altri giocatori ‘corrotti’ della sua compagine (il Bari, ndr), anche in stagioni precedenti, tra cui il difensore della Juventus e della Nazionale italiana Leonardo Bonucci».
SEQUESTRATI A CRISCITO DOCUMENTI E IPAD – La squadra mobile di Genova ha sequestrato nella abitazione del calciatore Mimmo Criscito, nel levante genovese, un Ipad della Apple ed una serie di documenti e dati bancari che verranno analizzati dagli inquirenti cremonesi a cui saranno inviati nelle prossime ore. Alla perquisizione ha assistito la moglie del calciatore, Pamela. Tutto il materiale repertato è stato secretato dagli agenti genovesi ed inviato a Cremona per le analisi di competenza
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CRISCITO, NON MI ROVINO PER CERTE CAVOLATE – «Riguardo i metodi non lo so, però la cosa che mi fa male è che è arrivata un giorno prima della lista, ma non credo sia stato fatto apposta – sottolinea Criscito -. Purtroppo il fatto che mi hanno contestato è che sono in una foto con due amici nonché capi ultrà del Genoa, e stavamo chiacchierando riguardo quello che era successo nel derby la domenica prima». Per il giocatore un episodio casuale. «Ci siamo sentiti al telefono, volevano incontrarmi per quello che era successo la domenica prima e chiarire alcune cose perché comunque c’é un rapporto di amicizia tra giocatore e capo ultrà – racconta ancora il difensore -. Perché comunque le persone con cui ho parlato erano miei amici, sono miei amici e volevano solo chiarire. Nel derby del 2011 durante il quale ci avevano contestato tutto il secondo tempo e poi è scoppiata la rabbia quando abbiamo fatto gol all’ultimo secondo e qualche giocatore deve aver detto qualche parola di troppo. Io conoscevo i due ultrà che mi hanno detto che era un bosniaco che non conosco assolutamente e non l’ho neanche conosciuto quel giorno. Sinceramente, che io ricordi, non ci ho mai parlato».
Criscito ammette di aver parlato con Sculli (altro indagato nel nuovo filone d’inchiesta). «Giustamente con Sculli perché é un mio amico però non abbiamo mai parlato di Lazio-Genoa». Quindi non delle combine di cui vi hanno accusato. «Assolutamente no». Criscito però si dice fiducioso che la vicenda si risolva presto. «Io spero, sono sicuro si possa risolvere tutto prima possibile, ora mi sono rivolto a degli avvocati e vedranno tutto loro – ha aggiunto il giocatore -. Non puoi capire quanto mi dispiace. Ho la fortuna di avere anche una moglie stupenda che, nonostante la giovane età, era lei a tranquillizzarmi stamattina». Le perquisizioni sono state fatte anche a casa dove c’era sua moglie, appunto: «Per fortuna mio figlio non ha visto niente perché è a Cinquale (perquisita dopo, ndr) loro sono andati a Genova. Io me li sono trovati in stanza stamattina verso le 6.15, 6.20. Non potevo immaginare, pensavo fosse uno scherzo. In camera con me c’era Ranocchia e non capivamo nulla di quello che stava succedendo, ma sono sicuro che ne uscirò alla grande, spero che il tutto si risolva il prima possibile».
BONUCCI A PM BARI, FALSE ACCUSE MASIELLO
– «Le affermazioni di Andrea Masiello sono assolutamente false, perché la settimana prima della partita ero stato lontano dalla squadra in quanto convocato in Nazionale. Escludo categoricamente di aver ricevuto queste proposte». Ascoltato l’8 marzo scorso come testimone dalla procura di Bari, l’ex biancorosso Leonardo Bonucci ha respinto le affermazioni dell’ex compagno di squadra Masiello. E’ quanto emerge dal fascicolo barese sul calcioscommesse che il 2 aprile scorso ha portato all’arresto di Masiello. Dalle carte dell’inchiesta barese sul calcioscommesse che ha portato all’arresto di Masiello (che ha chiesto di patteggiare la pena ad un anno e 10 mesi) spuntano i nomi di due giocatori della Juve, all’epoca dei fatti all’Udinese e al Bari, chiamati in causa dallo stesso giocatore dell’Atalanta finito in carcere. Si tratta di Simone Pepe e Leonardo Bonucci, che non risultano indagati a Bari. Di Pepe parla Masiello nell’interrogatorio del 24 febbraio scorso riferendo della combine in Udinese-Bari, del campionato di calcio 2009-2010, finita 3-3. Masiello racconta che «quando con i compagni di squadra eravamo in ritiro ad Udine dall’albergo il giocatore Salvatore Masiello (altro calciatore del Bari, ndr) telefonò a Simone Pepe, centrocampista della squadra friulana per tentare di coinvolgerlo nella combine, ma questi si rifiutò di aderire alla proposta». Sempre in quello stesso interrogatorio, Masiello fa anche il nome di Bonucci. Racconta che «in seguito alla proposta del ristoratore Nicola De Tullio (soldi per terminare la partita con tanti gol, ndr), parlai negli spogliatoi con quattro miei compagni di squadra: Nicola Belmonte, Salvatore Masiello, Leonardo Bonucci e Alessandro Parisi, i quali si erano mostrati disponibili a portare a termine la partita con tanti gol». Versione smentita da Bonucci durante l’audizione dinanzi al pm di Bari Ciro Angelillis.
INDAGATO A CREMONA ANCHE BOBO VIERI – Anche l’ex giocatore Bobo Vieri risulta iscritto nel registro degli indagati della Procura di Cremona nell’ambito dell’inchiesta su calcioscommesse. Il nome di Vieri era stato fatto nella prima fase dell’inchiesta nel corso di una telefonata tra Antonio Bellavista e Ivan Tisci, il cui contenuto è depositato nell’ordinanza con cui il gip Guido Salvini dispone nuovi arresti. Tisci, ricostruisce il giudice, manifesta il suo interessamento anche nella partita Inter-Lecce. Il 21 marzo 2001 alle 11.02 apprendeva da Bellavista che il boss (Tan Seet Eng) aveva in quel momento carenza di denaro da puntare, tanto è vero che lo stesso Bellavista gli aveva proposto di fare «il regalo ai giocatori» e di dare a loro 5.000 euro a testa. Tisci riferiva a Bellavista «di essersi recato a Milano e di aver appreso dai giocatori, ai quali si era unito Bobo Vieri, che la squadra dell’Inter aveva fatto dei danni in quanto tutti avevano scommesso sull’over per la notizia che si era sparsa in giro».
LAZIO, NOI NON COINVOLTI IN INDAGINE – La Lazio «respinge qualunque tentativo di coinvolgimento in attività che possano interessare l’indagine» sul Calcioscommesse. Lo afferma in una nota all’Ansa la società biancoceleste, che aggiunge di confidare che Stefano Mauri «dimostri la sua estraneità ai fatti che gli sono contestati. La S.S. Lazio s.p.a., visto il provvedimento emesso dall’Autorità Giudiziaria di Cremona nei confronti del calciatore Stefano Mauri – afferma la nota della società biancoceleste – esprime il pieno rispetto del lavoro svolto dai giudici e dagli inquirenti nell’interesse generale del sistema calcio. Confida che il calciatore dimostrerà la sua estraneità ai fatti che gli sono contestati, a conferma di quanto dallo stesso dichiarato in più occasioni sia pubblicamente che privatamente. La Società respinge qualunque tentativo di coinvolgimento in attività che possano interessare l’indagine in corso, ed è pronta a tutelare il suo buon nome nei confronti di chi, anche se ‘de relato’, ha avanzato sospetti totalmente inventati a soli fini calunniatori», conclude il testo.
LAUDATI,VICINI A CONCLUSIONE INDAGINE – «Sul calcioscommesse, ci sono varie indagini. Il punto lo faremo alla fine. C’é un coordinamento delle Procure e una delimitazione delle competenze. Poi tireremo le somme». Vicini alla conclusione delle inchieste? «Penso di sì»: così il procuratore di Bari, Antonio Laudati, sul filone barese delle indagini sul calcioscommesse. Laudati ne ha parlato con i cronisti a margine del dibattito organizzato dalla fondazione Benzi a Bari sul libro ‘Il doping tra diritto e morale’ di Sergio Rizzo. Il calcio ha difficoltà a rigenerarsi senza l’intervento della magistratura ordinaria? «No, non bisogna generalizzare. In tutte le istituzioni – ha concluso il procuratore – ci sono dei problemi. Ci sono tutti i presupposti per migliorare e autoriformarsi».
GUARINIELLO, CALCIO NON E’ MALATO TERMINALE
– «Il calcio non è un malato terminale. Vediamo di rigenerarlo». Ne è convinto il procuratore aggiunto di Torino, Raffaele Guariniello, commentando da Bari i nuovi arresti legati al calcioscommesse a margine della presentazione del libro ‘Il doping tra diritto e morale’ di Sergio Rizzo. «Per fortuna che c’é l’autorità giudiziaria a mettere in luce gli aspetti che non funzionano. La giustizia sportiva – ha aggiunto – non può farcela da sola. La giustizia ordinaria, invece, ogni tanto riesce a intervenire e ripulisce la situazione. Purtroppo queste cose si scoprono solo con intercettazioni e perquisizioni, armi che la giustizia sportiva non ha. Vado controcorrente – ha argomentato Guariniello -: se uno si lascia prendere da tutte queste vicende giudiziarie dice ‘chissa’ che disastro nel calcio italiano’. Facendo il paragone con gli altri Paesi, invece, il giudizio cambia. Qui scopriamo quello che all’estero non sono in grado di combattere».
SEVERINO, FENOMENO CHE VA STRONCATO – Quello delle irregolarità nel calcio scommesse è un «fenomeno che va stroncato con tutta la decisione possibile, perché incide sulla nostra società in maniera estremamente negativa». Lo afferma il ministro della Giustizia, Paola Severino. Lo sport, ha chiarito conversando con i cronisti a Montecitorio, «si deve basare su valori e moralità ineccepibili. Pensiamo ai giovani e a quanto nelle famiglie sia un modo per educare i ragazzi e tenerli fuori da cattive amicizie. Se è un luogo dove si annidano fatti giuridicamente e moralmente riprovevoli saremo andati un passo indietro, molto indietro, sul tema della legalità. Credo che questo fenomeno vada stroncato con tutta la decisione possibile», ha concluso.
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