Piano residenzialità disabili e anziani, Cgil: «Chiodi si confronti con parti sociali»

27 aprile 2012 | 11:23
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Piano residenzialità disabili e anziani, Cgil: «Chiodi si confronti con parti sociali»

L’Aquila, 27 apr 2012 – «E’ quanto mai necessario ed urgente l’approfondimento, la discussione, il confronto con le parti sociali (Sindacato ed Associazioni interessate) sul piano di riorganizzazione della residenzialità e semiresidenzialità per cittadini disabili ed anziani, predisposto dalla Regione». Questo il monito lanciato da Cgil Abruzzo sul Piano Baraldi.

«L’impegno al confronto da parte dell’Ufficio Commissariale è datato 17 febbraio 2012 quando, con decreto a firma di Gianni Chiodi, è stata istituita la Commissione Residenzialità e Semiresidenzialità che include la partecipazione dei sindacati e delle associazioni – spiega l’organizzazione sindacale –  La richiesta di sollecita convocazione da parte dei sindacati è datata 17 aprile 2012, ma, a tutt’oggi, non vi è stata alcuna risposta, mentre sulla stampa locale  si susseguono, quotidianamente, informazioni sul Piano, sulle tariffe di remunerazione delle strutture e sui relativi costi a carico dei cittadini utenti. 

Nel Piano,  nel testo sino ad oggi conosciuto, che è quello inviato dalla Regione al  Ministero il 3 marzo 2011, non vi è alcuna specifica indicazione di tutto ciò, anzi  si fa esplicito rinvio ad un successivo decreto «per la definizione delle tariffe per tipologia di prestazione e gli standard assistenziali con i relativi carichi assistenziali delle diverse tipologie di personale». Così come si rinvia all’approvazione del decreto «a descrizione delle quote di compartecipazione alla spesa  previste per ciascuna  tipologia di residenzialità e semiresidenzialità».

«Il confronto – secondo la Cgil –  è urgente tanto più che, a nostro avviso, le criticità cui Commissario e Subcommissario alla sanità devono dare risposte e indicazioni, prima di decretare qualunque compartecipazione alla spesa, sono molte, fondamentali e ineludibili se non si vuole considerare il Piano una pura operazione contabile, tesa a risparmiare svariati mln con il taglio di posti letto ed a incamerare nuove entrate (45,5 mln annui a regime) con la quota sociale a carico degli utenti».

«Sindacati e associazioni datoriali interessate hanno presentato  all’Ufficio Commissariale  una proposta unitaria  di modifica sin dal 13 gennaio 2012, senza ricevere alcuna risposta – seguita la Cgil – In conclusione, riteniamo che un Piano della residenzialità deve significare  riprogettare l’intera rete di servizi territoriali  ponendo al centro la prevenzione, l’ integrazione sociosanitaria, la presa in carico del cittadino utente  con programmi personalizzati di assistenza e riabilitazione. Ciò significa adoperarsi per modificare  un modello di assistenza che rimarrebbe, altrimenti, improntato fondamentalmente sulla istituzionalizzazione di anziani e disabili. Un esempio calzante di quanto detto lo possiamo riferire all’assistenza psichiatrica. Il Piano prevede nuovi servizi e strutture per  la psichiatria giudiziaria ( consulenza specialistica presso le carceri, 50 pl aggiuntivi presso RSA psichiatriche o comunità terapeutiche),  ma nello stesso tempo accade che servizi psichiatrici territoriali come i Day Hospital chiudono per carenza di personale ( ne è un triste esempio quello di Chieti), così come problematica rimane la soluzione assistenziale da dare ai pazienti psichiatrici (22 in Abruzzo) dismessi dagli Ospedali psichiatrici Giudiziari(OPG)».

«Per loro – conclude Cgil – allo stato attuale e per quelle che sono le informazioni in nostro possesso, invece di privilegiare la presa in carico da parte dei Dipartimenti di Salute Mentale con Progetti Terapeutico Riabilitativi Individuali, si prefigura una nuova custodia, magari in  mini OPG. Rimane centrale,perciò, dare priorità  al potenziamento dei Centri di Salute Mentale e degli altri servizi psichiatrici territoriali, per i quali, tra l’altro, sono pur previsti finanziamenti ad hoc (93 mln nel biennio 2012/2013) dalla Legge 9/2012 , la legge emergenza carceri che prevede la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG)».

Le 10 domande di Cgil a Commissario e Sub Commissario

1) Qual è  il Piano Sanitario Regionale in cui si colloca la riorganizzazione della rete residenziale e semiresidenziale? Nel Piano Operativo 2011/2012 si fa riferimento al fabbisogno di prestazioni residenziali e semiresidenziali indicato nel PSR 2008 /2010.

E’ questo  il PSR di riferimento? Si ritiene ancora valida quella analisi del fabbisogno?

Si presume di no, se consideriamo che il Piano commissariale descrive tipologie di setting assistenziali diverse da quelle indicate nel PSR 2008/10, così come non si confermano gli standard  assistenziali in esso indicati, né se ne indicano di nuovi.

2) Perché non è stato ancora redatto il PSR 2011/12 , previsto da disposizioni di legge e più volte richiesto dal Tavolo Tecnico di Monitoraggio? Eppure tale PSR è necessario anche per superare ogni pregressa normativa regionale in contrasto con il Piano di Rientro.

3) Si può approvare un piano di riorganizzazione residenziale che incide sulla salute, le condizioni di vita dei soggetti più deboli come gli anziani e i disabili, in modo avulso da un contesto di PSR che indichi con chiarezza la riorganizzazione dell’assistenza sanitaria di base, dell’assistenza distrettuale, di quella domiciliare?

I fattori che influenzano la domanda di servizi residenziali sono molteplici e vanno tutti considerati e aggiornati: solo alcuni esempi.

4) Quanti sono gli anziani non autosufficienti?

5) Quanti sono gli anziani che vivono soli o con coniuge non autosufficiente?

6) Qual è il reddito disponibile  e quanti sono gli anziani poveri sul totale della popolazione anziana?                  

7) Qual è l’offerta e la qualità dei servizi residenziali e domiciliari?

8) Il piano di prestazioni  per la disabilità  garantisce l’eliminazione delle le liste di attesa che ormai  coinvolgono anche  i centri territoriali di riabilitazione?

9) A che punto è la riorganizzazione della medicina di base sul territorio? La riorganizzazione  dei Medici di medicina Generale e degli altri professionisti delle cure primarie per assicurare nei distretti o in  centri sub distrettuali l’assistenza h24?E Quali dotazioni di personale si ritengono necessarie per assicurare la sanità territoriale e standard qualificanti per i diversi livelli delle prestazioni?

10) Perché non si è avviata la discussione sulle modifiche e integrazioni della L. R. 32/2007 sull’autorizzazione e accreditamento, necessaria per disciplinare la fase di adeguamento e/o riconversione di quelle strutture prive allo stato attuale dei requisiti necessari?