L’Aquila, ministro Barca: sostenere i piccoli commercianti

L’Aquila, 17 apr 2012 – Nel corso dell’incontro che il Ministro Barca ha avuto oggi a Pescara nell’ambito del Patto per l’Abruzzo ha pubblicamente confermato la volontà di sostenere con risorse specifiche il progetto di rilancio del piccolo commercio nel centro storico cittadino. «E’ un importante segnale di fiducia e di attenzione che ci induce ad esprimere soddisfazione ed incoraggia i nostri sforzi nella direzione da tempo auspicata da Confcommercio e che è stata oggetto dell’incontro che nei giorni scorsi il Ministro ha avuto con la Direzione della nostra Organizzazione. Ciò conferma la positiva impressione che avevamo esternato sabato scorso.
Le micro imprese del settore commerciale che sono state le più colpite dal sisma di aprile 2009 raccolgono, anche se dopo anni, un primo segnale d’una nuova fase che ci auguriamo possa restituire fiducia e speranza ad un sistema produttivo locale che le stava perdendo. Tutto ciò si inserisce in un quadro più ampio che riguarda il capoluogo, la provincia dell’Aquila ed il sistema Abruzzo». Così ha commentato Celso Cioni, direttore di Confcommercio L’Aquila a margine dei lavori del Patto dello Sviluppo dell’Abruzzo.
«Proseguiremo tenacemente nella nostra azione di stimolo propositivo in ambito istituzionale, seguendo le fasi attuative e concrete di questo primo utile risultato ottenuto con un’azione sindacale che sinora aveva incontrato una scarsa attenzione», conclude Cioni.
LE RICHIESTE DI CONFARTIGIANATO – Alta velocità ed infrastrutture, programmazione dei fondi strutturali 2014-2020, ricostruzione dell’Aquila e progetto per una smart city, masterplan, contratti di sviluppo ed accordi di programma per le aree di crisi. Queste, in sintesi, le misure prioritarie previste nel “pacchetto di richieste” presentate da Confartigianato Abruzzo, Cna e Confesercenti al Ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, nel corso dell’incontro che si è appena concluso. «Abbiamo sottolineato al Ministro Barca», spiega Angelo Taffo, Presidente di Confartigianato Abruzzo, «che a pagare il dazio più alto della crisi e del post sisma sono soprattutto le micro-imprese, che in realtà sono la spina dorsale dell’economia di questa regione con migliaia di addetti. Al Minsitro è stata, inoltre, evidenziata la necessità di un modello macro regionale capace di fare sistema sulle nostre risorse territoriali». «Abbiamo chiesto al Ministro di non essere lasciati soli in un momento in cui l’Abruzzo, oltre al peso della crisi, sente sulle proprie spalle anche quello della ricostruzione del sesto centro storico più grande d’Italia» , conclude Daniele Giangiulli, direttore della Confederazione degli artigiani. «Siamo molto soddisfatti dell’incontro. Il Ministro Barca ha promesso di sbloccare rapidamente i fondi Fas: solo con risorse certe e rapidamente reperibili l’Abruzzo sarà pronto ad essere il primo laboratorio su cui sperimentare l’efficacia di una nuova visione del sistema Paese».
L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DI CNA ITALO LUPO – Signor Ministro, nel ringraziarla a nome di Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti abruzzesi per l’interesse che Ella ha voluto dimostrare in queste settimane ai problemi della nostra regione, voglio portare alla Sua attenzione alcune evidenze che stanno particolarmente a cuore al mondo che le nostre sigle rappresentano: quello delle medie, delle piccole e delle micro-imprese.
Tutte le analisi e i dati strutturali convergono nell’affermare che questo comparto rappresenta, nel nostro territorio, il nerbo vitale dell’economia. Certamente in termini di addetti e di numero di imprese, come stanno a dimostrare i numeri: 130mila imprese, 70% dell’occupazione regionale complessiva.
Ciò avviene nei settori dell’artigianato, del commercio, della piccola industria, del turismo, dei servizi, del terziario: si tratta di una realtà vitale, in cui ogni giorno uomini e donne investono la loro creatività e professionalità, la loro passione e il loro impegno, ma che avverte con particolare disagio i problemi della crisi globale, della competitività, dell’accesso al credito, del carico fiscale, degli oneri non solo finanziari che a diverso titolo gravano sui bilanci delle aziende.
Le piccole imprese, voglio ricordarLe, sono anche quelle che nella vicenda terribile del terremoto hanno pagato il prezzo più duro: a migliaia hanno chiuso le saracinesche, spesso per non riaprirle più.
Le piccole imprese abruzzesi, signor Ministro, sono anche quelle che più duramente pagano per la mancata crescita di questi mesi, in una regione che nel 2011 ha visto chiudere il decennio del suo Prodotto interno lordo con una contrazione dell’1,9%, contro una crescita media nazionale del 3%. Potremmo dire, in sostanza, che per dieci anni le imprese abruzzesi hanno fatto da battistrada a quella condizione generale di recessione in cui il sistema Paese è entrato ufficialmente solo nel 2012.
Vivendo ogni giorno a contatto con la parte del sistema produttivo più debole ed esposta, abbiamo provato in questi mesi a rappresentare all’interno del Patto questo punto di vista; sempre mantenendo la stella polare dell’interesse generale di questo territorio e della comunità regionale.
Il documento programmatico unitario che Le è stato sottoposto reca anche i segni evidenti di questa attenzione rinnovata e condivisa da tutti gli attori che lo hanno sottoscritto. Per questo, signor Ministro, riteniamo strategica la ripresa del dialogo e del confronto tra il governo nazionale e la rappresentanza di una regione che tenta di parlare con una sola lingua, al di là del ruolo – istituzionale, politico, associativo, sindacale – rivestito da ciascuno.
Riteniamo, signor Ministro, che per una regione che versa nelle condizioni descritte, il primo punto all’ordine del giorno sia quello delle risorse da mettere a disposizione della crescita, molte delle quali derivanti da scelte di carattere nazionale e comunitario. Dunque – non solo obiettivi legati alla futura programmazione nazionale e comunitaria – ma risorse che essendo già nella disponibilità del governo, vanno messe tempestivamente a disposizione del territorio, rendendole immediatamente spendibili.
L’Abruzzo, signor Ministro, da solo non può farcela. Può e deve farcela – e di questo va dato atto all’attuale governo regionale – quando è chiamato a compiere il proprio dovere su partite come il riordino dei conti del sistema sanitario. Può e deve farcela se gli si chiede di abbandonare la strada di antichi particolarismi per abbracciare, in un nuovo modello macro-regionale, una visione meno angusta; nessuno altrimenti, sarà mai in grado di affrontare seriamente problemi di profilo strategico, quali infrastrutture come l’alta velocità, il sistema portuale e aeroportuale.
Non può farcela, se di fronte a questa complessità lo si lascia da solo e gli si chiede di caricarsi in solitudine questo fardello: crediamo insomma che quella delega alla “coesione territoriale” che il suo dicastero reca, e che ha permesso di introdurre una novità di grande valore nazionale nell’esperienza politica del governo Monti, possa fare del nostro Abruzzo il primo laboratorio su cui sperimentare l’efficacia di questa nuova visione del sistema Paese".