Contraccettivi: italiani tradizionalisti, troppo legati ai “vecchi” metodi

14 aprile 2012 | 13:43
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Contraccettivi: italiani tradizionalisti, troppo legati ai “vecchi” metodi

Montecatini Terme (Pistoia), 14 apr 2012 – L’Italia non ha ancora sostituito i contraccettivi tradizionali con metodi più tecnologici e efficaci. Questa la situazione descritta dall’Associazione Ginecologi Universitari Italiani (AGUI) durante il Congresso di Montecatini Terme, dove i massimi esperti italiani in ambito di Ginecologia e Ostetricia sono riuniti dal 12 aprile.

«Questa situazione pone il nostro Paese in una posizione di forte ritardo rispetto agli altri a sviluppo demografico avanzato», ha spiegato Massimo Moscarini, presidente dell’AGUI. «Noi esperti ci auguriamo – ha aggiunto – che le donne comprendano maggiormente la necessità di affidarsi ai consigli del proprio ginecologico in modo da affrontare in modo sereno e consapevole le proprie scelte in materia di contraccezione».

Altro spunto interessante emerso dal congresso è che un elevato uso di contraccettivi non corrisponde a un abbassamento del tasso di natalità, come accade ad esempio in Germania. 

Gli esperti hanno sottolineato che la ricerca scientifica ha consentito un significativo progresso nello sviluppo di nuove tecnologie contraccettive. Le caratteristiche che identificano la "bontà" di un contraccettivo oltre ovviamente alla sua efficacia, sono rappresentate da reversibilità, innocuità, tollerabilità, facilità d’uso e accessibilità. Le formulazioni più recenti sono state sviluppate per offrire benefici aggiuntivi in termini di benessere globale delle donne come il controllo del ciclo mestruale in termini di riduzione della quantità del flusso, diminuzione della sintomatologia dolorosa o della sindrome pre-mestruale, stabilizzazione di un ritmo desiderato (con regimi di somministrazione estesi, oggi sempre maggiormente usati), mantenimento della massa ossea, prevenzione di alcune condizioni patologiche quali la malattia infiammatoria pelvica, i sanguinamenti uterini anomali e patologie neoplastiche quali il cancro dell’endometrio, dell’ovaio e del colon.

Altro importante argomento di dibattito, la contraccezione nelle giovani: le adolescenti tendono a idealizzare o demonizzare i metodi contraccettivi e mal tollerano gli eventuali effetti collaterali, pretendendo una contraccezione sicura e priva di rischi. In un recente lavoro di Bitzer sulla ‘compliance’ delle adolescenti nei confronti dell’anello vaginale (Nuvaring), vengono messi in evidenza gli innegabili benefici collegati all’utilizzo del metodo in una popolazione particolarmente giovane, che si traduce in termini d’alto tasso di continuazione nell’uso. «Il counselling deve essere particolarmente preciso nell’ottica di illustrare che un metodo con minor effetti collaterali può essere meno efficace e quindi comportare una gravidanza indesiderata. In particolare, dovrebbe essere spiegato che la contraccezione per via vaginale – ha illustrato Moscarini- il cui effetto è indipendente dall’assorbimento gastrointestinale e quindi non compromesso dall’eventuale comparsa di nausea, vomito o da interferenze con antibiotici, non espone alla diminuzione dell’efficacia contraccettiva della pillola classica in caso di dimenticanza di assunzione».