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L’Aquila, assistenza alla popolazione: Pelini, Sge continua a farla da padrone

L’Aquila, 11 apr 2012 – «La Sge deve immediatamente trasferire le proprie competenze in mano al Comune, dal momento che da ormai due settimane la struttura e’ stata soppressa. Nonostante, infatti, l’ordinanza 4013 del Presidente del Consiglio dei Ministri e recante "Misure urgenti per il superamento dell’emergenza e determinatasi nella regione Abruzzo a seguito del sisma del giorno 6 aprile 2009", non si capisce perche’ la Sge continui, come sempre, ad inviare comunicati e a svolgere attivita’ ordinaria, in parole povere a farla da padrone». Lo afferma in una nota, l’assessore comunale all’assistenza alla popolazione, Fabio Pelini.

«Si legge, infatti, – ha aggiunto – all’art. 1 ( Snellimento delle strutture ), primo comma: al fine di semplificare ed accelerare il processo di ricostruzione nei comuni della Regione Abruzzo colpiti dal sisma del 6 aprile 2009 e tenuto conto del trasferimento delle competenze in materia di assistenza alloggiativa ai predetti enti locali , la struttura denominata " Struttura Gestione dell’Emergenza" e’ soppressa alla data del 31 marzo 2012. Non solo, nel secondo e terzo comma dello stesso art. 1, si parla di 14 risorse umane assegnate temporaneamente al Comune dell’Aquila, di cui 8 all’area sisma e le restanti 6 all’area assistenza alla popolazione, per proseguire le funzioni esercitate dalla Struttura. Dove sono queste 14 unita’? Noi non le abbiamo viste. Per chi stanno lavorando? Chi le paga? E chi paga i comunicati stampa e tutte le altre attivita’ che ruotano intorno alla struttura?. Io capisco – afferma sempre Pelini – bene che il passaggio nelle mani del Comune richieda dei tempi fisiologici di adattamento, pero’ l’ordinanza porta la data del 23 marzo ed oggi e’ l’11 aprile. Diciamo che di tempo ce ne e’ stato. Almeno, finche’ il passaggio non sara’ definitivo, abbiano il buon gusto di non esercitare un’attivita’ che non gli compete piu’, come loro solito e come se, soprattutto fossero ancora in diritto di farlo e di non sperperare il denaro pubblico, perseverando in una attivita’ che la legge ha espressamente e definitivamente cancellato».

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