Terremoto, Confartigianato: 500 microimprese ancora ferme in centro storico

L’Aquila, 2 apr 2012 – Cinquecento microimprese commerciali e artigianali, soprattutto del centro storico dell’Aquila, che non sono ancora riuscite a ricollocarsi e 1.500 attività a rischio chiusura in tutto il cratere sismico. Questa la situazione delle piccole imprese aquilane, a tre anni dal terremoto, secondo dati della locale Confartigianato.
«Nell’area del cratere – sottolinea il presidente aquilano della Confederazione, Luigi Lombardo – sono riuscite a ricollocarsi circa ottomila imprese. La situazione è migliore nei paesini, dove c’é stata una provvida azione da parte dei sindaci e delle associazioni di categoria. Ci sono comunque 1.500 attività a rischio chiusura, a causa della crisi economica che si è aggiunta ai problemi del terremoto».
«All’Aquila, invece – aggiunge -, ci sono circa 500 microimprese, soprattutto nel centro storico, che non sono ancora riuscite a ricollocarsi. Bisognerebbe far ripartire la ricostruzione pesante, che trascinerebbe tutta una serie di imprese al servizio dell’edilizia. Nell’Aquilano, attualmente ci sono seimila operai attualmente in cassa integrazione – prosegue il presidente di Confartigianato L’Aquila -: l’80% di essi appartiene al mondo delle piccole imprese e solo il 20% a quello delle grandi aziende. Sono moltissimi i bar, i negozi e le attività che non hanno ancora riaperto e che quindi non assumono personale. Il risultato è un blocco occupazionale». «A distanza di tre anni dal terremoto – conclude Lombardo – il tessuto delle microimprese soffre sempre di più: non ci sono certezze, ma solo tanta confusione. La gente è disperata».