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Fondazione Marisa Bellisario: le imprenditrici italiane unite per L’Aquila

L’Aquila, 25 mar 2012 – Le imprenditrici della "Fondazione Marisa Bellisario" si sono riunite ieri al San Donato Resort di Santi di Preturo per discutere degli «strumenti e delle indicazioni che possono servire agli imprenditori aquilani per la ripresa dell’economia cittadina».

Questo è l’obiettivo della fondazione, guidata dall’imprenditrice ed esponente del Pdl Lella Golfo, impegnata per L’Aquila fin dal dopo terremoto. Al convegno, dal titolo “Imprenditrici per L’Aquila”, sono intervenuti, tra i diversi relatori, la stessa Lella Golfo, presidente della fondazione, l’imprenditrice Luisa Todini (ex europarlamentare del Pdl), Guido Crosetto, parlamentare del Pdl ed ex sottosegretario all’Economia, Ottavio Ziino del Dipartimento per lo sviluppo delle economie territoriali Ufficio per le Politiche di sviluppo Territoriale e numerose imprenditrici che hanno aziende in tutt’Italia. Tante le testimonianze di imprenditori e imprenditrici: quella di Sergio Dompè, presidente dell’omonima industria farmaceutica, Olga Urbani, Daniela Becchini, l’economista Fiorella Kostoris, Paola Pelino e altre imprenditrici.

Lella Golfo ha subito posto al centro la questione dei fondi stanziati per la ricostruzione, “bacchettando” gli amministratori locali: «Sono stati stanziati 20 miliardi, ai quali si vanno ad aggiungere i recenti 700 milioni messi a disposizione dal Cipe. Qualcuno deve dirci come sono stati spesi, o perché non sono stati spesi», ha chiesto l’imprenditrice, facendo intendere che «forse qui il problema è che non vengono spesi». Il presidente della Fondazione Bellisario ha lanciato un appello agli aquilani. «Questo convegno è un invito ad andare oltre, lasciamo alla città un “Manifesto per L’Aquila”», ha detto, «un patto della fondazione per l’Abruzzo, per dare un contributo a rendere L’Aquila simbolo della rinascita dell’Abruzzo e del Paese e non più della distruzione del sisma. Ma per far questo, bisogna mettere in atto una serie di azioni vere: le imprenditrici si impegnano così a creare dei tavoli di confronto tra pubblico e privato; a proporre strategie di azione concrete; attivare con istituti creditizi forme di sostegno per le nuove imprese; a mettere in rete competenze ed esperienze femminili; a fare da collettori di progettualità; a costituire una commissione femminile che metta insieme istituzioni e imprese con il compito di monitorare il trasferimento di risorse e il buon uso dei finanziamenti; a promuovere incontri periodici con rappresentanti istituzionali. A costruire, insomma, un network femminile per L’Aquila». La promessa è di riunirsi in tavoli periodici di lavoro per contribuire con gli strumenti dell’imprenditoria femminile alla ripresa del tessuto produttivo aquilano.  

Il deputato del Pdl ed ex sottosegretario all’Economia Guido Crosetto ha fatto l’analisi della situazione economica nazionale, verso la quale «c’è preoccupazione», ha detto, «anche se abbiamo un sistema che ha retto di fronte alla crisi fino ad ora. Uno dei punto di forza dell’economia italiana è l’imprenditoria “storica”, ma il rischio è che quelle imprese muoiano con la morte dei loro fondatori, perché non ci sono figure capaci di ricevere il testimone. Non mi pace parlare di modello tedesco, noi siamo un’altra cosa. È come indossare una giacca che non è della nostra taglia o corporatura. Il nostro futuro non può essere tarato sui requisiti tedeschi. Abbiamo pochissime grandi aziende che sono trainanti dell’economia italiana». Quanto alla situazione aquilana, Crosetto ha spiegato che «L’Aquila deve recuperare le condizioni della sua competitività». Come? «Con la certezza dei tempi della ricostruzione e lo snellimento di burocrazia e fiscalità». Per Crosetto all’Aquila serve «una zona franca di due anni, cioè creare una zona limitata a burocrazia zero, che basterebbe a gettare le basi per la ripresa economica nei prossimi 20 anni».

Il presidente dell’industria farmaceutica Dompè, Sergio Dompè, ha detto che «le imprese non vedono il loro futuro. A livello di territorio abruzzese, di Paese e di sistema europeo, gli imprenditori devono essere capaci di puntare a creare delle situazioni di vantaggio: ad esempio avere alberghi giusti nei posti giusti. Gli imprenditori farmaceutici», ha aggiunto Dompè, «hanno maggiore chiarezza di idee rispetto ad altri». Rivolgendosi alla situazione nel capoluogo terremotato, ha aggiunto che «all’Aquila la situazione è arrivata al collasso dopo il terremoto: tutti ci dovremmo mettere insieme», ha esortato, «e trovare un disegno, un progetto, che ci veda coscienti di quello che si fa: quali imprese vogliamo all’Aquila? Cosa vogliamo fare per il polo farmaceutico? C’è obbligo di chiarezza, gli amministratori ci devono dire le cose come stanno». Poi l’affondo: «Basta con il fare finta a di prendere posizioni che poi non vengono prese e di cui siamo stanchi. Dobbiamo decidere cosa fare: ad esempio cosa ne vogliamo fare del centro storico? », ha concluso fra gli applausi.

Il delegato del Dipartimento per la Coesione territoriale, Ottavio Ziino, ha spiegato che «il ministro Fabrizio Barca fa da “collettore” fra i vari livelli di governo locale, regionale e nazionale per trovare soluzioni e iniziative volte allo sviluppo. Barca ha contribuito ad elaborare il documento “Sulle ali dell’Aquila”», ha spiegato, «e anche un altro documento pubblicato sul sito ministro, dal titolo “La ricostruzione dei comuni dell’Aquilano”, diviso in 5 capitoli che parla di comunicazione, semplificazione, rigore. Un documento nato dal confronto con i rappresentanti del territorio, che ha prodotto l’ultima ordinanza che semplifica gli interventi sul territorio e contiene 180 milioni circa di risorse per L’Aquila.

L’imprenditrice Luisa Todini, ex europarlamentare e componente del comitato Leonardo, ha parlato a lungo della situazione dell’Aquila, esortando a costituire un tavolo di lavoro costante tra imprenditrici della Fondazione, titolari di imprese aquilane e rappresentanti istituzionali per «dare strumenti veri e utili alla ripresa dell’economia cittadina». La Todini ha ricordato i 700 milioni liberati dal Cipe, che si vanno ad aggiungere ai 10 miliardi stanziati già per la ricostruzione, chiedendo: «Quanto siamo stati in grado di fare bene? Quanto potevamo fare meglio? Sono rimasta impressionata dalla relazione dell’Ocse, che dice che l’attuale idea di ricostruzione va in segno diametralmente opposta alla ricostruzione vera e propria della città. Al centro della ripartenza della città ci devono stare le grandi infrastrutture: di questi 10 miliardi, ci saremmo aspettati qualcosa di più in quell’ambito. La mia impressione è che questa città e la regione nel complesso abbia cattivi collegamenti in senso verticale (verso il Nord e il Sud del Paese), mentre buone in senso orizzontale. Bisogna migliorare il sistema viario, attrarre investimenti nel manifatturiero e nelle infrastrutture, fondi e risorse che rischiano di andare altrove. Dobbiamo attrarre investimenti, allentando burocrazia e creando una fiscalità diversa».

Al convegno sono intervenuti anche l’assessore comunale Stefania Pezzopane, il consigliere regionale Luca Ricciuti, in rappresentanza del presidente della Regione, Gianni Chiodi.

M.Gianf.