Cresa: congiuntura negativa, pervade il pessimismo

13 marzo 2012 | 18:35
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Cresa: congiuntura  negativa, pervade il pessimismo

L’Aquila, 13 mar 2012 – Non sono confortanti per l’intera regione i dati del Cresa sulla congiuntura industriale manifatturiera e del IV trimestre del 2011 e quelli sul secondo semestre 2011 relativo al settore dell’edilizia.

«Preoccupa il calo di ottimismo – ha esordito il presidente del Cresa  Lorenzo Santilli – abbiamo colto una sorta di rassegnazione. E, ancor più grave sono le  pessimistiche previsioni degli operatori per l’anno in corso. La nostra economia è sorretta  dall’export e dalle aziende farmaceutiche che continuano a tenere».

Dunque  il grande rilancio dell’edilizia che in molti si aspettavano, legato alla ricostruzione dell’Aquila, finora non c’è stato. Sono aumentati  anzi i lavoratori in cassa integrazione.

«L’ultimo trimestre dello scorso anno – ha aggiunto il direttore del Cresa, Francesco Prosperococco – si chiude con una decelerazione: un modesto più 5%  rispetto all’anno precedente in cui si era registrato un più 12%. Si tratta di una ripresa debole, dunque e non omogenea sia in rapporto ai territori e sia alle dimensioni delle imprese».

A rispondere meglio è stata la grande impresa, vaso di coccio fra vasi di ferro, invece la piccola impresa. I settori che hanno avuto una migliore capacità di reazione sono stati quelli chimico-farmaceutico e elettronico e  mezzi di trasporto. Ancora crisi nera, invece, per le piccole realtà imprenditoriali. Il Cresa ha rilevato inoltre una asimmetria territoriale: le aree distrettuali del teramano e di una parte del pescarese hanno fatto registrare risultati peggiori delle aree non distrettuali come L’Aquila e Chieti, maggiormente caratterizzate da settori ad alta tecnologia e più orientati all’export. Resta irrisolto il problema occupazionale con un peggioramento delle aspettative e un rapporto difficile con le banche. 

L’indagine dell’istituto ha riguardato 399 imprese manifatturiere con almeno 10 addetti. In particolare le variazioni percentuali rispetto allo stesso semestre del 2010 sono minime: la produzione ha fatto registrare uno 0,7 in più; anche il fatturato va a passo di lumaca con 1,2% in più. L’export come, si diceva invece, è in crescita con un 5% in più. Segno negativo invece per l’occupazione con un  meno 1,9%. Un dato negativo per tutte le province tranne Teramo dove è positiva solo l’emergenza  annuale. La situazione è anche peggiore nel settore dell’edilizia. L’indagine del Cresa ha riguardato 138 imprese edili con sede nella Regione. In questo settore la variazione percentuale rispetto al secondo semestre del 2010 è tutta con il segno meno. La produzione fa registrare un meno 4,8%; il fatturato meno 0,6%  le commesse meno 3,4% e l’occupazione, dato ancor più allarmante meno 7%. Anche l’occupazione degli stranieri è in forte contrazione mentre tutte le tipologie di costo per materie prime energia e manodopera registrano incrementi.

«Le previsioni per i prossimi sei mesi nell’edilizia a livello regionale sono molto negative – dice il Cresa – per produzione, commesse e fatturato e in peggioramento rispetto al primo semestre 2011. Solo i costi di produzione vengono stimati in aumento».

Sempre il Cresa il 26 marzo presenterà un nuovo studio sull’andamento dei consumi per le famiglie abruzzesi che potrebbe riservare brutte sorprese. Su tratta del primo studio di questa tipologia condotto nella regione. A margine della conferenza stampa il presidente del Cresa Lorenzo Santilli ha annunciato che oggi La Camera di Commercio incontrerà le banche abruzzesi per verificare la possibilità di una soluzione per quella che è stata definita una regressione del credito. A.Cal.

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