Subequana, Padovani: non lasciamo morire nostro paesaggio

Castelvecchio Subequo (Aq), 19 feb 2012 – «L’eccezionale nevicata avvenuta nei giorni scorsi ha messo a dura prova le amministrazioni della gran parte dei comuni dell’Abruzzo. I piccoli comuni della valle Subequana seppur senza un coordinamento intercomunale hanno fatto fronte all’emergenza in maniera esemplare con le proprie risorse e il Gruppo di volontariato di Protezione civile della Comunità montana Sirentina liberando i paesi dal manto nevoso». Dichiarazioni di Andrea Padovani, assessore del comune subequano.
«In alcuni casi – prosegue Padovani – si sono verificate situazioni di notevole disagio e difficoltà tale da indurre le amministrazioni a proclamare lo stato di calamità. Tra gli altri, due aspetti di criticità hanno avuto diverse segnalazioni: il primo, di carattere regionale, riguarda l’inadeguatezza dell’emergenza relativa alla rete autostradale abruzzese, il secondo di prospettiva e che riguarda il territorio della valle subequana e dell’Abruzzo "interno". Quest’ultimo induce a una riflessione più approfondita e che parte dall’evento metereologico e arriva alla mancanza di previsione e progettualità del territorio».«Da anni ripetiamo che le nostre risorse sono storia, cultura e natura nella quale il paesaggio nei suoi molteplici aspetti è sicuramente una di quelle risorse sulla quale, parafrasando R. Mannheimer, siamo seduti sopra senza accorgersene. Anche in situazioni di questo tipo, non capire ancora come la montagna in tutti le stagioni, e quindi anche l’inverno, in particolar modo con queste abbondanti nevicate, sia una risorsa per tutti i comuni della valle Subequana è da folli. A tal proposito è assurdo che la strada di collegamento tra la valle Subequana e l’altopiano delle Rocche, bacino sciistico di notevole importanza, sia stata chiusa per giorni interi come è altrettanto assurdo non poter godere di quanto ci offre il pianoro di Sirente in questo periodo. La vocazione turistica del nostro territorio oggi si manifesta con questo scenario incantevole, un paesaggio completamente innevato dove comunque le emergenze dei piccoli centri manifestano attraverso i borghi la loro storia e quindi la propria cultura, non lo lasciamo morire».