Grecia, il Parlamento vota l’austerità

12 febbraio 2012 | 23:51
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Grecia, il Parlamento vota l’austerità

Atene, 12 feb 2012 – Il Parlamento ateniese si è espresso verso la mezzanotte votando (con appello nominale e voto palese) le misure richieste dalla cosidetta trojka: Unione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale. Tagli gravissimi per la società greca, tagli che gli esperti di economia dicono sarebbero stati da affrontare in sette anni, saranno affrontati in due. Nel 2010 sarebbero bastati 30 miliardi per affrontare la crisi greca, ritengono i "guru", oggi ne servono invece 130. Riforma del mercato del lavoro, diminuzione di oltre il 20% del salario minimo garantito (a 400 euro), taglio delle pensioni; tagli a difesa, ospedali e autonomie locali; vendita delle quote pubbliche delle società operanti nei settori petrolio, gas, acqua e lotteria. Frutteranno 4,5 miliardi di risparmi. La contropartita sono i 130 miliardi di euro del piano di salvataggio, contando su 35 miliardi del fondo temporaneo salva-Stati Efsf.

Decine di migliaia di persone hanno manifestato anche a Salonicco e Patrasso. Nella capitale sette edifici messi a fuoco, mentre il Parlamento discuteva con seraficità le misure economiche e di finanza pubblica per ottenere il prestito di 130 miliardi per evitare la bancarotta del Paese. Uno proprio dietro al Parlamento. Un centro commerciale ed una banca presi di mira.

Decine di migliaia di persone in piazza Stygma, e nelle zone circostanti, hanno letteralmente assediato l’istituzione greca. E continuano gli scontri con la polizia, che hanno provocato, secondo il ministero della Sanità 54 feriti ricoverati in ospedale. 40 tra gli agenti. 23 persone sono state arrestate mentre tentavano di fare irruzione nel Municipio ateniese, per mettere a fuoco anche a quell’edificio.

A questo punto, nei prossimi 15 giorni dovranno essere varate le misure ministero per ministero, e bisognerà vedere se continueranno le manifestazioni di piazza che già oggi hanno intasato le piazze e le strade nei maggiori centri urbani della Grecia, e se davvero la nazione ellenica sarà in grado di sopportare questo pacchetto economico di "lacrime e sangue". A veder quello che è successo nelle ultime settimane, fino ad oggi, no. In ogni caso già qualche illustre commentatore ha dichiarato che le misure forse non riusciranno neanche ad evitare la bancarotta. Ma, se così fosse, cui prodest?

di Paolo Della Ventura