L’Aquila calcio: la città si merita una squadra così?

Mister, L’Aquila calcio è seconda in classifica, possiamo tirare un bilancio del campionato fino a questo momento?

Ad oggi penso che ci troviamo in posizione inaspettata, il bilancio è più che positivo e soddisfacente. Siamo partiti con l’obiettivo di fare un campionato di media – alta classifica, cercando di raggiungere i playoff e credo che ci stiamo riuscendo bene. Siamo nell’ottica dei playoff e ci stiamo giocando anche qualcosa di più.

Dopo l’ultima partita com’è l’umore dei giocatori? La domanda è scontata visto che domenica è stata persa un’occasione anche in considerazione che il Perugia ha pareggiato con la Paganese mentre le inseguitrici hanno rosicchiato qualche punto.

Ci fa tanta rabbia per il modo in cui è arrivata il pareggio. Sapevamo che avremmo incontrato una squadra ostica, dato che l’Arzanese aveva perso solo una partita fuori casa, però per come eravamo partiti, per come si era messa, avevamo fatto la bocca ad una vittoria. Alla fine c’è rammarico e c’è rabbia anche per come è avvenuta e per alcune decisioni della terna arbitrale che sicuramente ci hanno fatto innervosire. Credo che dovevamo essere più esperti, come siamo, non dovevamo cadere tanto nel nervosismo anche se era difficile non prendersela per alcune disposizioni arbitrali. Il guardalinee [di Perugia, ndr] è uscito dal campo anche rispondendo al pubblico. Da questo si capisce quanto non fosse sereno neanche lui. Credo che l’errore sia stato del designatore che con un po’ di buon gusto avrebbe potuto mandare un assistente non di una città la cui squadra è in lotta diretta con noi. Nel calcio ci sta che sbaglino i giocatori, l’allenatore, l’arbitro o un assistente però quando vedi che sbaglia un assistente in quella maniera ed è di Perugia si può pensare che sia in malafede.

Il campionato fino ad ora ha messo in luce anche il suo rapporto difficile con le terne.

Qualche espulsione di troppo c’è stata, come quella di domenica, ma anche lì capisco che non c’era serenità nella terna perché tutto quello che ho fatto è successo fuori dagli spogliatoi, nel rientrare nel sottopassaggio e quindi con le telecamere che hanno ripreso tutto. Ho semplicemente detto ad un giocatore dell’Arzanese che era stato antisportivo perché non aveva messo palla fuori quando avevamo un giocatore che chiedeva soccorso. Io non ho toccato nessuno ma quando la terna arbitrale scrive che ho spinto ripetutamente un giocatore… La colpa è nostra che ci siamo innervositi, perché dopo il 2 a 0 potevamo gestire meglio la situazione, sia nel non concedere il gol del 2 a 1 alla fine del primo, sia nello sfruttare meglio la superiorità numerica nel primo quarto d’ora della ripresa.

C’è stata anche la prima svista di Testa…

Ci può stare perché è normale che un portiere nell’arco di 40 partite possa ogni tanto anche lui sbagliare e comunque eravamo sempre in vantaggio. Anzi, dobbiamo ringraziare Andrea perché è stato eccezionale nell’arco di tutto il campionato. È stata la situazione che ci ha fatto innervosire, il fatto di aver preso gol all’ultimo minuto, oltretutto con un uomo a terra. Abbiamo fatto un fallo dovuto proprio al nervosismo che loro non avessero messo palla fuori e da quel fallo nasce il gol. Tutto poteva essere evitato.

Si è chiuso da poco il calciomercato, è soddisfatto degli acquisti?

Sono innanzitutto contento che tutti i giocatori siano rimasti in rosa, perché alcuni avevano delle richieste, dal Pavia per Ruggiero e dal Casale per Giglio. Fino all’ultimo momento non sapevamo se sarebbero rimasti a L’Aquila. Sono contento che sono rimasti giocatori importanti, e sono convinto che se anche qualche volta Giglio e Colussi sono stati criticati, possono essere anche loro l’arma in più per la fine del campionato, perché sono giocatori di qualità che possono fare meglio di quello che hanno fatto. Quello che mi preme è che sono ragazzi eccezionali all’interno dello spogliatoio e quando si tratta di aiutare la squadra nell’aspetto tattico e difensivo non si tirano mai indietro, e forse anche per questo a volte sono meno lucidi sotto porta.

Calvarese è un tassello che cercavamo perché dopo l’infortunio di Blaiotta non avevamo più terzini sinistri. Mentre per quanto riguarda Cavaliere è giocatore che può fare sia da attaccante centrale sia da seconda punta, è un giocatore duttile che può ricoprire qualsiasi ruolo in attacco. Per quanto riguarda Luisi il Benevento ha vinto la concorrenza dell’Aquila anche perché è di categoria superiore, è una piazza importante che conosce bene visto che ci aveva già giocato.

La posizione da playmaker che Capparella si è conquistato sostituendo Carcione dopo l’infortunio, e che ha sorpreso piacevolmente un po’ tutti, facendogli conquistare la maglia da titolare anche ridisegnando la disposizione in campo.

Capparella per le qualità e l’intelligenza tattica che ha può ricoprire vari ruoli. Nasce in quel ruolo sia per l’infortunio di Carcione, sia perché avevamo difficoltà nella costruzione del gioco basso. Ci serviva un giocatore con quelle caratteristiche, non lo avevamo in rosa e l’ho scoperto in Capparella che da esterno l’ho convinto, senza troppe parole, a giocare in quel ruolo e lo sta facendo benissimo.

È inquietante che una squadra più vince più gli spalti sono vuoti.

Lo è soprattutto per chi come me da giovane ha vissuto il derby con il Gualdo, ha visto la piazza piena magari anche in categorie inferiori. L’anno scorso, alla fine si era ricreato un bell’entusiasmo e speravo che potessimo trasferirlo in questo campionato e con i risultati ottenuti, non dico che lo potevamo pretendere ma almeno chiederlo alla città sì. Non dimentichiamo che questa società sono 5 anni che è attiva a L’Aquila e ha riportato la città nel calcio che conta. Poi, con un presidente e un allenatore aquilani la tifoseria può avere la garanzia che non si stia facendo gli avventurieri, come tante volte è successo in passato. Il rammarico più grande è che a L’Aquila molte volte non si respira entusiasmo verso una società che ha fatto sempre il passo per la struttura societaria che ha e che lo ha fatto sempre in maniera pulita, onesta e sincera. Mi dispiace che non ci sia un pubblico numeroso a sostenerci perché ne abbiamo tutti bisogno. Anche i giocatori si aspettavano molto più di entusiasmo. Questo è un po’ il rammarico della stagione perché alla fine abbiamo fatto dei risultati non importanti, di più, contro corazzate come Perugia, Catanzaro, la stessa Paganese, che hanno speso due – tre volte quello che abbiamo speso noi, una differenza importante.

Pesa non avere tifosi al seguito in trasferta?

Giochiamo senza tifosi, come tante squadre. Certo, quelle tifoserie che hanno accettato la tessera del tifoso si possono permettere di dare aiuto alla squadra. Domenica, per esempio, credo si riproporrà a noi il problema dell’andata. È brutto vivere le partite senza il calore dei tifosi.

Il derby non il Chieti non sarà semplicissimo. Come lo farà affrontare ai suoi ragazzi?

È un derby importante, una partita speciale dove può succedere di tutto. In questo momento a Chieti c’è voglia di riscatto dopo un periodo difficile. Noi, dall’altra parte, non possiamo permetterci di perdere una posizione di privilegio quindi sarà battaglia sul campo, a livello agonistico logicamente. Mi verrebbe da dire sperando che sia una bellissima giornata di sport condita da tanti tifosi ma tanto so già che non entreranno e quindi sarà un po’ difficile avvertire il calore della tifoseria.

L’Aquila “rischia” la promozione diretta.

Sono convinto che questa società poterà la squadra in C1.

di Sarah Porfirio