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Cisl, lavoro: a L’Aquila cresce disoccupazione, diminuiscono cassa integrazione e mobilità

L’Aquila, 23 gen 2012 –  «La disoccupazione, in provincia dell’Aquila, è salita dal 2010 al 2011 del 13 per cento. Le unità in cerca di lavoro sono passate, infatti, da 3.247 a 3.668. Di contro, la cassa integrazione è scesa del 6,9% e la mobilità del 9,5%».

Questa l’analisi economica e occupazionale elaborata dall’Ufficio Studi Cisl “Michelangelo Ciancaglini”. «I dati evidenziano come molti lavoratori, che usufruivano di interventi a sostegno dell’occupazione, sono attualmente fuori dal mercato. Una situazione allarmante per il nostro territorio –  spiega Gianfranco Giorgi, responsabile Cisl dell’Aquila – la mancanza di occupazione resta uno dei problemi maggiori, non solo per i giovani fino a 35 anni, ma anche per i tanti dipendenti di aziende più o meno grandi che hanno esaurito il periodo massimo di mobilità e non sono in possesso dei requisiti per accedere alla pensione».

 Nel 2010, in provincia dell’Aquila, sono state autorizzate 8milioni 546mila ore di cassa integrazione. Nel 2011 le ore sono scese a 7milioni 957mila, con una flessione del 6,9%. «Mentre la cassa integrazione ordinaria è diminuita del 15,6% e quella in deroga del 10,5% – evidenzia Giorgi – la cassa straordinaria è aumentata dell’8,4%. L’analisi per settori attribuisce all’industria il primato negativo, con un aumento della cassa integrazione, tra il 2010 e il 2011, del 21,3%».

 Vanno meglio edilizia (-13,2%), artigianato (-60,1%), commercio (-44,7%) e settori vari (-41,5%). «E’ chiaro che il comparto industriale continua a vivere una crisi senza precedenti con l’emergenza del terremoto che si è sommata ad una già consolidata flessione degli investimenti sul territorio e, di conseguenza dell’occupazione – afferma Giorgi – le aziende continuano a non investire nell’aquilano, nonostante le prospettive, più o meno concrete, di sgravi e incentivi che possono arrivare nel tempo. L’Aquila non suscita né l’interesse di grandi gruppi nazionali e multinazionali, né della media imprenditoria, capace comunque di creare movimento e nuova occupazione. Bisogna far presto per dare una boccata di ossigeno all’economia locale e attrarre nuove imprese con interventi a sostegno della crescita dell’occupazione: la classe politica, già troppo presa dalla campagna elettorale, deve far quadrato intorno ad un progetto comune, che porti all’Aquila soldi e investimenti. Occorre una maggiore incisività» conclude Giorgi «anche da parte di alcune associazioni di categoria, che si sono chiuse nel silenzio».