Fase 2 e commercio

Tassa Covid 19 dai parrucchieri, a L’Aquila categoria si indigna

Spunta la tassa Covid sullo scontrino dei parrucchieri, monta l'indignazione degli hair stylist aquilani: "È un insulto a una categoria che sta cercando di ripartire onestamente".

Come noto, parrucchieri e centri estetici per riaprire dopo le chiusure imposte dall’emergenza Covid si sono fatti carico di costi non indifferenti. Oneri che secondo le testimonianze raccolte dalle associazioni dei consumatori, alcuni esercizi stanno decidendo di far pagare ai propri clienti.

Parrucchieri, barbieri e centri estetici per poter aprire hanno dovuto attenersi a diverse regole: ad esempio c’è l’obbligo di lavorare solo per appuntamento, mantenendo tra l’altro un margine di tempo tale da permettere le operazioni di sanificazione igienizzando la postazione di lavoro.

In ogni salone bisogna impacchettare indumenti e borse e metterli da parte, misurare la febbre dei clienti all’ingresso, utilizzare materiale monouso come asciugamani e mascherine.

Come riporta il sito www.money.it. a causa di questi oneri sostenuti tanti parrucchieri hanno deciso di far gravare questa spesa, anche solo in parte, sui clienti, tant’è che nello scontrino è comparsa una nuova voce da molti indicata come “tassa” o anche “contributo” per Covid-19.

Una tassa che ha indignato i parrucchieri aquilani che a quanto pare non hanno applicato alle clienti.

scontrino parrucchieri

lo scontrino di un parrucchiere aquilano 

In questi giorni dal Codacons è arrivato l’allarme per l’aumento dei prezzi; una stangata di circa 536 euro per famiglia in questa fase due, quando molte attività saranno costrette ad aumentare i prezzi per far fronte alla crisi e ai costi necessari per il rispetto delle regole.

L’aumento dei prezzi interesserà, come anticipato, specialmente parrucchieri e centri estetici: un incremento non indifferente che secondo Codacons sarà di circa il 25%.

scontrino parrucchieri

questo invece uno degli scontrini pubblicato da www.money.it con l’aggiunta della Tassa Covid 

Una situazione confermata sia dal Codacons che dall’Unione Nazionale consumatori; quest’ultimi dichiarano di aver ricevuto centinaia di segnalazioni di una sorta di tassa sanificazione applicata perlopiù da parrucchieri, barbieri e centri estetici (ma ci sono alcuni casi anche di dentisti), di un importo variabile tra i 2 e i 4 euro.

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Una pratica che l’Unione Nazionale consumatori ha definito come “scorretta”, anche perché bisogna considerare che il Governo ha introdotto la possibilità di beneficiare di un credito d’imposta sui costi sostenuti per la sanificazione dei locali.

Tassa Covid dal parrucchiere: per gli hair stylist aquilani “è una vera vergogna che discrimina una categoria intera”.

Indignati i parrucchieri aquilani che come i colleghi da Nord a Sud del Paese hanno dovuto sostenere diversi oneri per riaprire e in alcuni casi anche “accorciare” le dimensioni dei saloni per assicurare la giusta distanza tra un cliente e l’altro.

“A nessuno di noi è venuto in mente di tassare le nostre clienti per ripagarci in qualche modo dei mesi di chiusura – spiegano alcuni parrucchieri aquilani sentiti dal Capoluogo – abbiamo avuto i locali chiusi, abbiamo anticipato (chi ha potuto) la cassa integrazione ai dipendenti, siamo andati avanti tra spese di utenze e fornitori, dotandoci anche di tutto l’occorrente per ripartire”.

“Se qualcuno tra i nostri colleghi aquilani  avesse intenzione di fare una cosa del genere saremo pronti a dissociarci. Tra due mesi se dovessero aumentare i costi dei materiali, obbligatori per poter tenere aperto, allora sarà diverso e ne riparleremo”.

I parrucchieri sentiti dal Capoluogo hanno scelto di rimanere anonimi perché “non abbiamo bisogno di fare pubblicità ai nostri saloni in questo modo. Dissociarci e farci sentire davanti a una schifezza simile non ha nome e cognome. Siamo in tanti a lavorare onestamente e non è giusto che per qualcuno ci rimetta una categoria intera”.

Dal Codacons, invece, arrivano altre segnalazioni, come quella di centri estetici che impongono ai propri clienti l’acquisto di una sorta di kit di protezione da indossare durante il trattamento, dal costo aggiuntivo di 10 euro.

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