Regione abruzzo

Pascoli, Pastori d’Abruzzo: “Bocciare emendamento Di Benedetto”

Il comitato spontaneo Pastori d'Abruzzo contro l'emendamento Di Benedetto alla legge regionale sui pascoli.

L’AQUILA – Pastori d’Abruzzo contro l’emendamento di Americo Di Benedetto alla legge regionale sull’assegnazione dei pascoli.

Sono circa una ottantina le aziende zootecniche riunitesi nel comitato spontaneo Pastori d’Abruzzo, che ha inviato una lettera aperta al presidente della Regione, alla Giunta e tutti i consiglieri regionali, esprimendo contrarietà alla proposta di emendamento alla legge sui pascoli avanza da Americo Di Benedetto.

“Un gruppo di Sindaci – scrivono i Pastori – ha diffuso un documento di sostegno all’emendamento presentato dal Consigliere Americo Di Benedetto al PDL 118/20 tendente a modificare la norma del decreto Salva Abruzzo promosso dalla Lega e sostenuta da tutta la attuale maggioranza regionale per contrastare le speculazioni sull’affitto dei pascoli. Peraltro il Pd si è già dissociato dall’emendamento di Di Benedetto. L’emendamento infatti nasconde alcuni gravi rischi che noi allevatori ci permettiamo di evidenziare”.

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“Pur adottando lo stesso schema dell’art. 9 della legge 44 del 6 aprile 2020, – proseguono dal Comitato – in realtà punta tutta a depotenziare la riforma già approvata ed oggi vigente. Infatti al punto a) elimina dagli aventi diritto prioritario gli allevatori dei comuni limitrofi per poi con il punto d) eliminare completamente la priorità sia per gli allevatori dei comuni limitrofi, sia anche di quelli del territorio provinciale e della Regione, mettendoli tutti nello stesso calderone con quelli provenienti da fuori regione. Inoltre per le forme giuridiche, a fronte della legge vigente che prevede che per essere equiparati ai residenti le società di persone devono essere totalmente composte da residenti e per le società di capitali almeno i due terzi del capitale devono essere detenute da soggetti residenti, l’emendamento estende a tutti i tipi di società la possibilità di essere residenti con i due terzi, delle persone o dei soci. Anche questo è un escamotage per far rientrare dalla finestra quello che è uscito dalla porta. Infine, ciliegina sulla torta, l’emendamento propone di dimezzare la superficie per UBA da destinare ai residenti, da un ettaro per 0,1 UBA a mezzo ettaro per 0,1 UBA. Un altro regalo alle ditte esterne a danno delle aziende del territorio”.

Secondo i Pastori d’Abruzzo, “l’approvazione della Legge attuale è stato un atto di giustizia nei confronti degli allevatori abruzzesi che con abnegazione e sacrificio presidiano il territorio delle aree interne della nostra regione. I pastori d’Abruzzo non meritavano di continuare ad essere penalizzati nei loro diritti quali naturali residenti per supposte esigenze “di cassa”. Ventilare “l’utilizzo di società di comodo e prestanome” vuol dire solo confermare lo stato delle cose prima della riforma: un diffuso stato di ingiustizia ai limiti dell’illegalità. E una precisazione occorre fare al consigliere Di Benedetto. La Legge non vieta alle Amministrazioni di fare le gare d’appalto, semplicemente fissa la priorità per i naturali residenti del luogo, titolari dei diritti di uso civico. E non esclude neppure in via assoluta la concessione dei pascoli ad operatori economici di fuori regione una volta soddisfatti i diritti dei naturali residenti. E cavillosa appare l’obiezione che la riforma sia stata inserita nelle misure per il COVID19. La riforma approvata sostiene le aziende agricole abruzzesi in area montana, contribuendo proprio ad alleviare le conseguenze della crisi in atto. Confidiamo che tutto il Consiglio Regionale, maggioranza e minoranza, non voglia prestarsi a questo gioco perverso, bocciando senza esitazioni l’emendamento di Di Benedetto“.

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