L'approfondimento

Genitori ai tempi del Covid: più connessi ai social, meno ai figli

Covid e quarantena h24 tra genitori e figli. Mamma e papà connessi sui social, meno in casa. Tra smart working e didattica a distanza: il peso delle nuove responsabilità

“Fai questo, fai quello”. Il covid ha riempito le giornate di regole, mettendo genitori e figli di fronte h24. E non sempre la quotidianità è stata semplice.

Questione di connessione. Nell’era in cui c’è l’impellente esigenza di essere connessi via social col mondo intero, si fa fatica ad essere connessi con i propri figli. Se gli smartphone sono stati il ponte che ha fatto da collegamento tra congiunti rimasti distanti, in pieno lockdown, dentro le pareti domestiche quegli stessi smartphone sono stati una barriera. Ben più grande di uno schermo da 12 pollici.

Questione anche – e soprattutto – di coregolazione genitoriale, come ha spiegato la dottoressa Maria Angela Geraci in una guida per i genitori ai tempi del Covid, disponibile qui GUIDA GENITORI COVID19 Non solo la guida, l’Istituto Clinico Interuniversitario di Roma ha lanciato, da una settimana, uno screening per capire i risvolti del rapporto genitori figli in tempi di pandemia e di lockdown. Tutti i genitori sono invitati a partecipare.

maria Angela Geraci

Coregolazione genitoriale, cos’è e perché è importante

Trattasi dell’ “aspetto psicobiologico che sottolinea come l’ingaggio sociale, ossia la naturale relazione dello stare insieme, sia fondamentale per la sopravvivenza. È attraverso la regolazione reciproca, tra genitore e figlio, che si crea una dimensione di sicurezza“.

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Una dimensione in cui entrano in gioco varie componenti, prima fra tutte l’autoregolazione. Cioè la capacità di gestire il proprio comportamento in base alle situazioni e alle esigenze che si presentano. Se non esistono né una regola né un prontuario preciso per saper essere genitore – soprattutto nei periodi d’emergenza – possono essere utili, però, i consigli degli esperti. Abbiamo ascoltato Maria Angela Geraci, PhD, Psicologa e Psicoterapeuta CBT, PTP.

Coronavirus e lockdown, i genitori e figli: problemi di connessione

«Questo è un periodo in cui siamo tutti a casa. Ora le attività stanno ripartendo, ma si è reduci da una quarantena in cui ci sono stati inevitabilmente incontri e scontri relazionali tra genitori e figli, com’è normale che sia. Spesso accade che si trascorre molto tempo sui social, con i propri figli seduti davanti alla tv. Di conseguenza, al primo problema lamentato da un bambino, un genitore può anche andare in difficoltà, soprattutto in questo periodo in cui lo stress è accentuato. Allora può accadere che i figli si disregolino», ci spiega la dottoressa Geraci.

Una situazione che si è verificata, spesso, nei giorni di quarantena e che ha messo in difficoltà numerose famiglie. «Parlare di connessione emotiva permette di affrontare un tema cruciale del discorso legato alla disregolazione. Ad andare in crisi è la regolazione interna: si perdono punti di riferimento».

C’è una regola, allora, per riappropriarsi della serenità necessaria ad essere genitori presenti?

«Tendo sempre a sottolineare che una regola universale non può esserci in fatto di genitorialità. Sicuramente è fondamentale fermarsi. Fermarsi e riorganizzare i propri pensieri e i propri tempi. Bisogna riflettere sulla propria organizzazione interna: cosa sto facendo? Quanto sono stanca? Cosa sto provando? Cos’è che mi sta sovraccaricando?».

«Riflettere sul proprio stato interno aiuta a capire i propri bisogni e i bisogni del proprio figlio. Se non sono io stesso per primo, come genitore, a capire cosa provo, non riuscirò mai a capire cosa provano gli altri: in questo caso i miei figli».

Il Coronavirus e il peso dell’emergenza, nei panni dei genitori

La pandemia, attualmente in corso, ha trasferito sulle spalle dei genitori ulteriori responsabilità. Cambiamenti ed evoluzioni sono giunti in simultanea, spesso anche giorno per giorno, senza avvisare. Sono saltati piani, lavori, progetti. 

«Dove colloco tutto ciò che è arrivato dal di fuori? Da un esterno diventato luogo dell’emergenza? Ci vuole una nuova organizzazione e questa deve prestarsi ad essere funzionale ai propri impegni giornalieri. Occorre fare una pianificazione: i propri bisogni, così come i propri impegni, vanno inseriti in una riorganizzazione giornaliera, che possa essere flessibile. Non si può restare schiacciati da un’organizzazione che arriva dall’altro, si rischierebbe di implodere sotto il peso delle imposizioni, portandosi dietro l’intera famiglia».

Le difficoltà affrontate variano a seconda dei casi e anche dell’età del proprio figlio. Viene da sé che le esigenze dei bambini piccoli siano differenti rispetto a quelle degli adolescenti.

«Chi sta frequentando le scuole elementari, ad esempio, spesso si trova stanco per i compiti e le modalità della didattica a distanza. Stesso discorso per i genitori, che devono assolvere a questa funzione educativa al 100%, integrando il lavoro degli insegnanti. I bambini piccoli, confinati in casa, hanno assistito inermi allo stop forzato del loro percorso esplorativo: in questo anche i genitori hanno dovuto adattarsi e trovare nuove formule e alternative che riuscissero comunque a stimolarli nella scoperta quotidiana del mondo. Ogni età ha le sue esigenze, ma i genitori non devono farsi schiacciare dall’evoluzione di questa emergenza. Basta poco in realtà: fermiamoci e riflettiamo su come ci sentiamo, su cosa sentiamo e su quali bisogni abbiamo».

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