Poesia in emergenza

Emergenza Poesia, il lutto cittadino

Emergenza Poesia, a cura di Alessandra Prospero: "In questa giornata cruciale e di rinnovato dolore per la città dell’Aquila, sono sufficienti i versi del poeta inglese John Donne".

Emergenza Poesia, il lutto cittadino

Morte, non essere troppo orgogliosa,
se anche qualcuno ti chiama terribile e possente
Tu non lo sei affatto: perché quelli che pensi di travolgere
in realtà non muoiono, povera morte, né puoi uccidere me.
Se dal riposo e dal sonno, che sono tue immagini,
deriva molto piacere, molto più dovrebbe derivarne da te,
con cui proprio i nostri migliori se ne vanno, per primi,
tu che riposi le loro ossa e ne liberi l’anima.
Schiava del caso e del destino, di re e disperati,
Tu che dimori con guerra e con veleno, con ogni infermità,
l’oppio e l’incanto ci fanno dormire ugualmente,
e molto meglio del colpo che ci sferri.
Perché tanta superbia? Perché tanta superbia?
Trascorso un breve sonno, eternamente,
resteremo svegli, e la morte non sarà più,
sarai Tu a morire.

“Morte, non essere orgogliosa”, John Donne

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In questa giornata cruciale e di rinnovato dolore per la città dell’Aquila, sono sufficienti i versi del poeta inglese John Donne. Perché il nostro pensiero in questo giorno di commemorazione va sempre ai “nostri migliori”, che dal 6 aprile del 2009 non ci accompagnano più in questo percorso terreno. Facciamo dunque silenzio, nella convinzione che la morte “riposi le loro ossa e ne liberi l’anima”.

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