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Coronavirus, la spesa la porta l’ex Aquila rugby Johnny

Coronavirus, il rugbista Jonny consegna tutti i giorni la spesa agli anziani a Pescara.

Un “allenamento” solidale per il rugbista Alberto Santavenere conosciuto come Johnny, ex terza linea dell’Aquila Rugby che consegna la spesa a domicilio agli anziani impossibilitati a uscire a causa del Coronavirus.

Alberto Santavenere, abituato alla fatica e al sudore come ogni rugbista, vive a Pescara e dopo l’esperienza quasi decennale nella squadra del capoluogo d’Abruzzo dove ha militato nella serie A, adesso lavora nel negozio di frutta e verdura di famiglia che dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, fa consegne a domicilio quasi tutto il giorno.

Un gesto semplice, ma importante in un momento come questo di emergenza nazionale a causa del Coronavirus, soprattutto nei confronti di chi è impossibilitato a uscire per i più svariati motivi, come nel caso degli anziani.

Il Coronavirus consente comunque alla sua attività di restare aperta, anche perchè si tratta di beni primari e tra consegne e ordini, Alberto lavora anche 16 ore al giorno, protetto da guanti e mascherina, gira per il capoluogo adriatico portando non solo frutta e ortaggi, ma anche un sorriso.

“Non consegniamo solo a Pescara, ma anche a Montesilvano, Spoltore, Francavilla”, spiega Alberto.

Quando l’emergenza Coronavirus è entrata nel vivo, l’attività di Santavenere, conosciuto come “Johnny” nell’ambiente sportivo e oggi in forza al Pescara Rugby che milita in serie C, ha assunto anche un risvolto sociale.

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“Ho deciso di offrire questo servizio gratuito perché tanti hanno paura a uscire di casa anche per la spesa, e soprattutto ci sono molti anziani con problemi di salute, ed è meglio per loro evitare di andare in giro: è dura, fisicamente sono molto stanco. E ho anche paura, ovviamente non per me, ma perché durante le consegne devo lasciare i miei genitori, ormai non più giovanissimi, al negozio, col rischio che possano ammalarsi”.

Come riporta Il Centro, questo gesto semplice, all’epoca del Coronavirus, ha messo a nudo anche il lato umano della tragedia, tanto che Andrea è diventato di casa per molti clienti, quasi un amico, con cui spezzare la monotonia, la solitudine, l’isolamento.

“C’è anche un lato umano davvero bello, le persone mi dimostrano tutta la loro riconoscenza, magari dal balcone mi offrono un dolce o un bicchiere. Tanta gente è spaesata, qualcuno anche al punto da darmi l’indirizzo sbagliato di casa. Poi c’è chi mi chiede dei piccolo favori, come ad esempio buttare la spazzatura: tutte cose che faccio volentieri perché è bello aiutare la gente in questo periodo di grande difficoltà”, conclude.

g8

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