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Brexit, cosa cambia per le vacanze studio: parla il prof Bonanno

Brexit e vacanze studio in Inghilterra: cosa cambia? L'intervista del Capoluogo allo storico professore di inglese aquilano Vincenzo Bonanno.

Con la Brexit cosa cambierà per gli studenti che vogliono andare in vacanza studio in Gran Bretagna?

All’Aquila da quasi 50 anni a coordinare le vacanze studio in Gran Bretagna è il professore storico di inglese del Liceo Classico Vincenzo Bonanno, che ha portato in città non solo il rito della vacanza per studiare l’inglese, ma anche la scuola di lingua British Institute.

bonanno uk

Il Capoluogo ha già trattato i cambiamenti che ci saranno con la Brexit per coloro che vorranno recarsi nel Regno Unito per lavorare o per imparare la lingua autonomamente.

Adesso vediamo cosa  cambierà per gli studenti.

Le vacanze studio esistono da quando, con la diffusione dello studio delle lingue straniere e l’inglese in particolare, nelle scuole pubbliche è nata anche l’esigenza di approfondire sul campo quanto imparato sui banchi.

Le prime furono organizzate intorno alla metà degli anni ’60. In Italia l’idea di organizzare vacanze studio arrivò negli anni’70 e il professore Vincenzo Bonanno in città è stato un vero e proprio precursore della vacanza studio per imparare la lingua.

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In quasi mezzo secolo, Vincenzo Bonanno ha accompagnato centinaia di studenti anche da fuori regione, coordinando, incuriosendo e gestendo dei ragazzini in alcuni casi alla prima esperienza in aereo e lontano da mamma e papà, con un piglio molto paterno ma anche con tanta disciplina, quasi “militaresca”.

Adesso cosa cambierà con la Brexit?

“Per ora, l’unica variazione, riguarderà le modalità di accesso al Paese. Da gennaio 2021, i ragazzi che vorranno andare a fare la vacanza studio dovranno avere adesso il visto Esta, come per coloro che si recano in America”, spiega il professore Bonanno al microfono del Capoluogo.

Quindi, l’importante novità è che non basterà più il semplice passaporto.

Un altro cambiamento, a quanto pare indipendente dalla Brexit, sarà per i soggiorni in famiglia piuttosto che in college.

“Già da qualche anno – spiega Bonanno – è l’Irlanda a fare da capofila e a continuare la tradizione della vacanza presso una famiglia ospitante. Ci siamo resi conto con il tempo che in Inghilterra le famiglie non sono più disponibili o affidabili e soprattutto non ci sono le condizioni per imparare un ottimo inglese”.

Quello che ha sottolineato il professore Vincenzo Bonanno è che, soprattutto in Inghilterra, “ci sono moltissimi immigrati che hanno acquisito un inglese scadente che riteniamo poco utile per i nostri ragazzi“.

A questo, si aggiunge anche una questione semplicemente sociale: “le condizioni di vita sono migliorate moltissimo, le famiglie mediamente hanno tenori accettabili e quindi, mentre prima arrotondavano ospitando studenti stranieri, ora sono restii a farlo avendo meno necessità”.

“Noi, con la nostra organizzazione (la Master studio), sconsigliamo l’Inghilterra per coloro che vogliono mandare i ragazzi in famiglia anche perchè si può imparare benissimo l’inglese anche in Scozia”.

“Prima – chiarisce – c’era l’inglese britannico e l’inglese che loro chiamavano ‘coloniale’, parlato fuori dalla Gran Bretagna come in America o in Nuova Zelanda. Ne facevano una questione di purismo, una sorta di ‘classismo linguistico’ per cui tutti i dialetti venivano banditi”

“Oggi invece la lingua più diffusa ovunque viene chiamata ‘spanglish‘, ovvero un inglese parlato a livello internazionale e accettato da tutte le pronunce”.

Il professore Bonanno ha alle spalle un’esperienza di quasi mezzo secolo di vacanze studio; adesso coordina i suoi ragazzi dall’Aquila, in estate non parte più, ma ha passato il testimone a un gruppo di collaboratori molto qualificati, tra cui il figlio Francesco.

C’è un momento per ogni cosa – dice Bonanno – e ogni età ha il suo tempo. Abbiamo lavorato moltissimo in questi anni per avere una squadra qualificata e che sappia gestire durante la vacanza studio ogni tipo di esigenza”.

I ragazzi sono cambiati in questi 50 anni, sono mutate le esigenze, ma soprattutto si è abbassata l’età media. Soprattutto non c’è Brexit che tenga: la vacanza studio è ancora una meta molto ambita e scelta dai giovanissimi.

“Ricordo che quando partivo con loro erano quasi tutti liceali o comunque studenti delle scuole superiori. Adesso la generazione si è evoluta e sono maturi per partire anche dalla prima media. Quest’anno abbiamo diversi gruppi di giovanissimi, anche da fuori regione. Certo, dietro ogni vacanza studio c’è una mole di lavoro importante, bisogna stare attentissimi, soprattutto avere la prontezza per gestire tante esigenze ed evenienze”.

“Sono ragazzini, in alcuni casi ancora bambini; tra chi cerca la mamma, chi perde il cellulare e bisogna andare a fare la denuncia, capita anche che qualcuno si faccia male… Per fare questo lavoro bisogna avere soprattutto tanto carisma oltre che pazienza!”.

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