L'aquila

Troppe tasse e controlli, lo sfogo di un imprenditore aquilano

Lo sfogo amaro al Capoluogo di un imprenditore aquilano "vessato" da continui controlli che stanno mettendo a rischio la solidità della sua attività.

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Un imprenditore aquilano nel campo della ristorazione rischia di dover “chiudere bottega” perchè oggetto di continui controlli.

È uno sfogo amaro, quello riportato al Capoluogo, da un imprenditore aquilano consolidato nel campo della ristorazione che, quasi ogni giorno, deve arginare continui controlli nel suo locale a suo dire spesso “ingiustificati”.

Il Capoluogo ha raccolto l’intervista dell’imprenditore, che ha chiesto di mantenere l’anonimato, anche per tutelare tutte le persone che lavorano con lui.

“Prima ancora di aprire la mia attività – racconta l’imprenditore al Capoluogo -, mi ero sincerato con tutti i professionisti che mi hanno aiutato e spronato a partire, che fosse tutto in regola. Le incombenze sono tantissime, ma con l’impegno e la determinazione era tutto in ordine: sia per quanto riguarda il personale, che tutte le autorizzazioni necessarie all’avvio”.

Dall’apertura, tanti i controlli fino a oggi.

Dall’ispettorato del lavoro alla Asl sono passati tutti, ognuno è andato a cercare il pelo nell’uovo. Se mi sfogo, è perchè so di stare nel giusto e anche dove è stata riscontrata qualche piccola défaillance, tutto è stato messo in ordine”.

Lo sfogo e la rabbia nascono dal fatto che dopo ogni controllo, l’imprenditore ha ricevuto in alcuni casi delle sanzioni, anche abbastanza pesanti, per un totale di qualche migliaio di euro.

L’imprenditore non punta il dito contro i controlli, semplicemente in alcuni casi, li vede come una specie di “accanimento”.

I controlli vanno fatti ed è giusto così! Quando vengono fatte delle multe, vuol dire che hanno rilevato cose non in regola e noi dobbiamo metterci a posto“.

Per l’imprenditore il problema è “il divario che si crea è tra chi veste un ruolo per ostacolare l’imprenditore utilizzando le norme per vessare e non in un’ottica propositiva”.

Così non si può andare avanti, sono anni che con la mia famiglia facciamo dei sacrifici incredibili per lavorare e fare del nostro meglio. Non è una questione di crisi economica, ma di lasciarci lavorare tranquillamente. Anche perchè a ogni controllo, spesso corrisponde anche una sanzione”.

“È uno stress costante e continuo, ho come l’idea, condivisa anche con altri colleghi non solo della zona, che lo Stato non sia dalla parte di chi non ha fatto le valigie e se ne è andato all’estero. Ho paura di perdere il controllo e di non farcela più…

A complicare la situazione, poi, i problemi con il personale, che, seppur provvisto di assunzione regolare, molto spesso è origine di tensioni e di incomprensioni.

“In questi anni ci sono stati diversi problemi: abbiamo avuto dei piccoli furti in cassa, in cucina e in magazzino… Una grande delusione – conclude l’imprenditore – perchè per me siamo davvero una famiglia, dove c’è posto per tutti e, soprattutto, dove sento anche io di avere ancora tanto da imparare”.