Ciao campione

Addio a Felice Gimondi, l’Abruzzo ricorda il grande campione

Oggi i funerali di Felice Gimondi. Il ricordo della tappa abruzzese del 58' Giro d'Italia, quando Gimondi dominò la strada Pietracamela Prati di Tivo

Oggi l’ultimo saluto a Felice Gimondi: i funerali nella sua Paladina, alle porte di Bergamo.

Un campione gentiluomo, un uomo garbato nella competizione così come nella vita e l’Abruzzo lo ricorda a pochi giorni dalla scomparsa.

Una morte improvvisa, quella di Felice Gimondi, stroncato da un malore a 76anni mentre faceva il bagno in Sicilia, nella cornice dei Giardini Naxos a Taormina, che ha lasciato di stucco tanti abruzzesi appassionati e vecchie e nuove glorie del ciclismo nazionale.

Dal baule dei ricordi di Antonio De Luca, padre di Paolo, maestro di sci e accompagnatore di media montagna è spuntato fuori uno scatto di Gimondi che ha lasciato una scia di pensieri dal sapore antico.

gimondi

È uno scatto che ritrae Felice Gimondi sulla strada Pietracamela Prati di Tivo ( la foto è stata scattata prima dell’ultimo tornante per arrivare al piazzale dei Prati), durante la tappa abruzzese del 58esimo Giro d’Italia.

“È il 19 maggio 1975 – ricorda De Luca – si corre la terza tappa del 58 esimo Giro D’Italia, Ancona Prati di Tivo ( Te) di 175 km vinta da Giovanni Battaglin. In questa foto si vede che Felice Gimondi è sui pedali della bicicletta per cercare di recuperare il distacco che ha da Giovanni Battaglin. Il giorno dopo, 20 maggio 1975 , si svolse la quarta tappa del 58 esimo Giro d’Italia: Teramo – Campobasso di 258 km”.

Tanti appassionati e ancora ex glorie delle due ruote abruzzesi non hanno esitato a lasciare un ricordo in queste ore.

“Se ne va il mito di un’epoca, uno dei più grandi corridori della storia del nostro ciclismo”, è stato il commento del ciclista abruzzese Palmiro Masciarelli, corridore professionista dal 1976 al 1988 e per 10 anni fedele gregario di Francesco Moser.

E poi c’è Vittorio Marcelli, di Magliano dei Marsi, oggi 75enne, gregario nel ’70 di Gimondi alla Salvarani.

“Lui era il leader della squadra – ricorda Marcelli – tutti correvano in funzione di lui. Era un corridore fuori dalla norma, meticoloso, attento ai minimi particolari. Era un artigiano della fatica. Era predisposto alla sofferenza, sapeva convivere con la fatica. Cercava la vittoria con la grinta e il sudore. Vinceva cronometro, corsa a tappa e campionati del mondo. Uno dei più grandi di tutti i tempi”.

Marcelli è arrivato secondo dietro a Gimondi al Gran Premio di Castrocaro Terme. “Era il 1969, per me era il primo anno da professionista. Era una cronometro individuale di 80 chilometri. Gimondi arrivò primo con 1’40’’ di vantaggio su di me. A fine gara mi fece i complimenti. Ero felice, per me fu un grande risultato”.