Regione abruzzo

Edilizia popolare Abruzzo, i nuovi criteri per l’assegnazione

Proposta per cambiare i criteri per l'assegnazione degli alloggi. Norme più restrittive per chi è reo di violenza domestica e controlli più efficaci sullo stato patrimoniale.

Edilizia popolare: Marsilio e Liris, “Ecco come cambieranno i criteri per l’assegnazione degli alloggi”

Arriva dal Presidente della Regione Marsilio e dall’assessore regionale Liris una proposta di legge che “Sarà una rivoluzione di civiltà, pari diritti per tutti e onestà come requisito”.

«Vogliamo proporre un regolamento normativo che cambia completamente la prospettiva e può diventare il punto di riferimento per la gestione delle case popolari non solo in Abruzzo. Garanti nell’equità verso i cittadini di ogni origine e rispettosi dell’onestà senza sperequazione verso tante famiglie.»

Lo ha detto il presidente della giunta regionale, Marco Marsilio, durante la presentazione a L’Aquila della proposta di legge firmata dal Presidente e dall’assessore Guido Liris.

La proposta presentata verrà esaminata e discussa in giunta per poi proseguire il suo iter in consiglio regionale. ” Basti pensare – ha aggiunto Marsilio – che chi proviene da altri paesi oggi non ha la necessità di certificare il proprio patrimonio o il proprio reddito, mentre gli italiani, tramite la dichiarazione Isee e gli altri controlli, sono sottoposti a regole più ferree.»

A proposito di reddito Isee, non si può superare il tetto di 15.853 euro.

«Con questa legge si vuole evitare una discriminazione delle persone oneste e trasparenti che dichiarano e certificano le proprie condizioni e che spesso si trovano in fondo alle graduatorie. Una proposta di legge che dedica più attenzione verso chi è vittima delle violenze domestiche, verso chi ha subito separazioni e ha perso il posto in cui vivere”

“Si tratta – ha commentato l’assessore Liris – di una rivoluzione di civiltà che potrà mettere ordine alle esigenze di giustizia che arrivano dai nostri concittadini e cambierà completamente i criteri di accesso con pari diritti per tutti e l’onestà come requisito prioritario”.

Assegnazione alloggi, i punti cardine del provvedimento

Legalità e controlli: il provvedimento introduce maggiore equità e controlli più efficaci e puntuali in ordine al rispetto dei requisiti di accesso all’alloggio popolare.

Pari diritti per tutti: come già avviene per i cittadini italiani, anche gli stranieri dovranno dimostrare il possesso delle condizioni economiche, reddituali e patrimoniali.

Onestà come requisito: la legge propone un inasprimento delle cause di esclusione e di decadenza dal beneficio per chi si macchia di reati di vario genere, tra cui quelli contro la PA, l’amministrazione della giustizia, l’ordine pubblico, il patrimonio e la persona. L’attuale limite di condanna, superiore a 5 anni di reclusione per l’assegnazione della casa popolare, viene abbassato a 3 anni. Tolleranza zero per chi si rende responsabile di allacci abusivi alle utenze domestiche.

Nessuna casa popolare per chi offende la nazione e le sue istituzioni: la riforma introduce il principio per cui chiunque non rispetti la Nazione, le sue istituzioni e i suoi emblemi, non ha diritto all’alloggio popolare; quindi viene escluso o decade chi si macchia del reato di vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle forze armate.

Maggiore tutela per le vittime di violenza domestica: la legge introduce la decadenza dall’assegnazione dell’alloggio per gli autori di delitti di violenza domestica, mantenendo però il diritto di abitazione per i conviventi

Combattere la dispersione scolastica: il provvedimento garantisce la formazione culturale dei giovani, inserendo tra le cause di decadenza dal beneficio coloro che abbiano riportato denunce per inosservanza dell’obbligo scolastico per i figli minori.

Attenzione nei confronti dei genitori separati: l’iscrizione ai bandi viene aperta anche ai coniugi separati o divorziati, i quali, seppur nominalmente titolari di case di proprietà, non possono usufruirne in quanto assegnate dalla legge all’altro coniuge e si trovano pertanto in forte difficoltà economica e abitativa.

La proposta ora dovrà essere approvata in Giunta e poi in Consiglio: «Avrà sicuramente degli apporti ma quel che conta è che abbia una base di discussione importante sulla quale operare” conclude Liris.