L’Aquila – Spuntano le vetrate del Teatro Comunale dell’Aquila. Si lavora a pieno ritmo nel cantiere di piazza del Teatro.
È impossibile non notare le vetrate verdi dell’edificio storico quando Si sbuca da via Verdi. Saltano all’occhio del passante anche più distratto: si tratta di un accessorio in più che preannuncia un doveroso conto alla rovescia.
Ve lo avevamo annunciato settimane fa, precisamente lo scorso aprile: il Teatro Comunale dell’Aquila sarà pronto nel 2020.
Mentre la città è tutta concentrata su I Cantieri dell’Immaginario che hanno alzato il sipario venerdì scorso con un entusiasmante spettacolo di Simone Cristicchi, cantante e attuale padrone di casa del TSA, la città intanto si muove anche sul fronte della ricostruzione materiale dei tanto amati spazi della cultura che molto ci mancano.
E se a rinascere è la casa dello spettacolo non può che essere festa.
Cinquanta maestranze sono al lavoro ogni giorno per restituire alla città il Teatro Comunale entro il prossimo anno, con alcune migliorie e una maggiore sicurezza sismica.
Il Capoluogo vi aveva portati all’interno del Teatro quattro anni fa.
Era ottobre 2015 quando le porte del Teatro si sono aperte alla stampa. Quel giorno c’era anche l’attore Enrico Brignano insieme a ingegneri e tecnici a parlare di ricostruzione e futuro di quello che è stato l’edificio simbolo della cultura e luogo d’ incontro di tante generazioni di spettatori.
Realizzato nel 1854 su progetto di Luigi Catalani, il Teatro comunale venne inaugurato nel 1872. Dal 1963 è gestito dal Teatro Stabile Abruzzese.
Teatro L’Aquila, i lavori di ricostruzione
Il restauro cominciato nel 2015 ha affrontato un iter travagliato a causa di adempimenti procedurali e burocratici oltre alla complessità delle lavorazioni. L’attuale rapporto contrattuale è di circa 7 milioni di euro a fronte di un finanziamento lordo di 10 milioni. Per completare i lavori servirà un’ulteriore delibera Cipe.
Piazza del Teatro dieci anni dopo
Di fronte un altro cantiere: quello della scuola più discussa negli ultimi dieci anni. Anche i lavori della De Amicis, ancora impacchettata e super puntellata, sono partiti.
Non resta che sperare in lavori celeri che restituiranno al capoluogo d’Abruzzo una piazza con una cornice invidiabile: il Teatro, il suo ridotto, l’edificio De Amicis e la basilica di San Bernardino.
Unico interrogativo ciò che ne sarà della struttura che prima del 2009 ospitava Scienze della Formazione. In questo caso il tempo sembra essersi fermato al sei aprile di dieci anni fa.
