Cronaca

Arrestati per droga, non rispondono all’interrogatorio

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i tre giovani arrestati lo scorso 6 giugno in una operazione antidroga dei Carabinieri

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i tre giovani arrestati lo scorso 6 giugno in una operazione antidroga svoltasi alle prime luci dell’alba.

Durante gli interrogatori che si sono svolti stamattina, sia i due cittadini albanesi (classe 89 e 90)sia l’aquilana classe 86 non hanno inteso rispondere, avvalendosi di questa facoltà.

L. A. ed L. D., cittadini albanesi da tempo residenti a l’aquila, sono difesi dall’avvocato Vincenzo Calderoni, del foro dell’Aquila.

D. C. E., aquilana, è difesa da Luca Aceto del foro di Pescara.

I tre, ai domiciliari, sono tutti accusati di reati relativi a spaccio di cocaina. È stata chiesta la revoca della misura cautelare, ora al vaglio del pm Simonetta Ciccarelli.

L’operazione, inquadrata in una più ampia strategia di contrasto del fenomeno di spaccio di stupefacenti sul territorio del capoluogo, è il frutto di un’attività di indagine condotta dai Militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di L’Aquila e coordinata dalla Dottoressa Simonetta Ciccarella, Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di L’Aquila.

L’indagine, svolta tra il mese di febbraio e il mese di marzo, ha consentito di raccogliere inequivocabili elementi di colpevolezza in ordine ai reati ascritti ai tre arrestati, consentendo l’emissione dell’odierna misura cautelare a firma dal Giudice per le Indagini Preliminari, Dottor Romano Gargarella.

Nel corso dei mesi di indagine, sono state recuperate numerose dosi di sostanza stupefacente del tipo cocaina, per un peso complessivo di 45 grammi, tutte destinate al mercato del capoluogo. Numerose le persone segnalate alla locale Prefettura in qualità di assuntori di stupefacenti.

Nel corso delle attività si è dimostrato che i due arrestati L. A. ed L. D., al fine di eludere le attività di indagine, concordavano la cessione dello stupefacente per mezzo di contatti telefonici, individuando ogni volta un luogo diverso ove sarebbe avvenuta la cessione a favore di giovani del luogo.

Stesso capo di imputazione è stato contestato a D.C.E. classe 86, cittadina aquilana, ritenuta responsabile di cessione di sostanza stupefacente del tipo cocaina a favore di diversi giovani.

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