L'invenzione

Basta calzini spaiati: l’invenzione made in L’Aquila si chiama Guggo

Basta calzini spaiati: un brevetto tutto aquilano pone rimedio ad uno dei lavori di casa più noiosi. L'intervista all'inventrice Nadia Vittorini

L’AQUILA – Basta calzini spaiati: un brevetto tutto aquilano pone rimedio ad uno dei lavori di casa più noiosi e che fa perdere più tempo.

L’idea di brevettare Guggo il salva calzini  è nata proprio dall’ennesima mattinata trascorsa… a combattere con i calzini da lavare, stendere, asciugare e riordinare.

“Ma è possibile che io debba passare ore e ore a sistemare i calzini?”

A chiederselo era Nadia Vittorini, aquilana, poco più di due anni fa. Tutte le invenzioni nascono da un’esigenza. Da qui, la necessità di trovare una soluzione.

“Ho provato ad usare i vari sacchetti a retina già esistenti sul mercato: ma i calzini in lavatrice si appallotolavano su se stessi. Rimanevano spaiati, spesso anche umidi e non si lavavano bene. Così ho iniziato a pensare, a disegnare e ad ideare un dispositivo che consentisse con un solo gesto tante operazioni insieme.

Il cervello si è messo in moto, partono le ricerche e le sperimentazioni e dopo due anni e mezzo di lavoro su varie tipologie di prototipi arriva Guggo il salva calzini: una particolare busta di rete che evita che i calzini “scompaiano” tra il disordine di una camera, nel cassetto di un comò, nel cesto della biancheria, nella lavatrice e, al tempo stesso, dà loro una sistemazione ordinata e immediata.

Si tratta di una doppia invenzione brevettata: il procedimento dell’intero ciclo e il dispositivo in sè stesso che, una volta utilizzato per il lavaggio e l’asciugatura dei calzini appaiati, può essere riposto direttamente nell’armadio.

Date simboliche, quelle che hanno visto la nascita e lo sviluppo di questo progetto per Nadia.

Il primo brevetto italiano reca la data del 6 aprile, un giorno che gli aquilani hanno impresso sulla pelle. Era il 2016. Due anni dopo, il 19 marzo 2018, si rende necessaria presentare un’evoluzione del brevetto, proprio nel giorno della festa del papà. Una sorta di omaggio a mio padre, ordinatissimo, divertito ed entusiasta, quando era in vita, di questo progetto”.

Il mondo delle invenzioni e dei brevetti – svela Nadia – non è facile.

“Ci sono tanti squali: mi sono anche dovuta difendere da tentativi di plagio proprio quando cercavo di far realizzare il prototipo da una ditta del Nord. Ho dovuto presentare un’ulteriore domanda di modello di utilità che mi avrebbe tutelato per dieci anni”.

Dopo l’Italia, l’Europa.

“Dopo il brevetto italiano, è infatti arrivata anche la domanda per il brevetto europeo, presentata il 14 marzo scorso: nella ricerca fatta dall’ufficio brevetti internazionale, una invenzione simile (ma che non aveva nulla a che fare) è stata rinvenuta in California. Quattro le rivendicazioni totalmente accolte dall’ufficio brevetti europeo: è stata grande la soddisfazione perché è una cosa che accade davvero raramente”.

Concluso l’iter del brevetto, Nadia Vittorini si è affidata alla Super G di Giuseppe Graziosi per l’aspetto commerciale.

A breve la presentazione alla città di L’Aquila di una invenzione decisamente utile e simpatica.

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