di Camillo Berardi, figlio del borgo di Amatrice
Nel terzo inverno dopo il sisma, la cittadina di Amatrice è ridotta in schegge e in miseri frammenti e si configura un deserto immenso e agghiacciante, dominato da un silenzio spettrale.
Osservato di notte dall’alto, dall’Eremo della Croce, il centro storico del borgo appare come un buco nero abissale: una voragine che ha ingoiato tutto, il presente e il futuro, forse anche la speranza di rinascita.
Il video realizzato con le immagini dello scorso mese di febbraio 2019, mostra i frantumi di Amatrice, circondati dalle maestose montagne innevate.
La colonna sonora del video è “Matrix Pulcherrima” , scritta dal musicista Camillo Berardi e dalla poetessa Concetta Persico, figli di questo borgo
Chi resiste in questa cittadina e nelle sue numerose frazioni, abitando nelle SAE (Soluzioni Abitative di Emergenza), che a volte hanno mostrato segnali d’inadeguatezza, è profondamente legato al territorio nel quale è nato e cresciuto e spera nella rinascita del borgo distrutto e abbandonato.
Il sindaco vicario di Amatrice dice che i “detriti e le macerie bloccano la ricostruzione”, ma le attività di ripristino, non potevano essere iniziate nelle aree del borgo già liberate dalle macerie?
Non potevano essere sgombrate dai detriti piccole aree e avviare un progressivo processo di ricostruzione?
La rinascita di Amatrice per il momento è un sogno e il borgo, adesso, è una città invisibile, abbandonata e
dimenticata, nonostante si siano avvicendati tre Presidenti del Consiglio e tre Commissari Straordinari per la Ricostruzione.