Centro trasfusionale avezzano

Donatori di sangue trascurati, si risparmia sulle colazioni

Donatori di sangue trascurati all’Ospedale di Avezzano: si risparmia sulle colazioni. Sparito il distributore a disposizione dei soli donatori: vi avevano accesso tutti

Donatori di sangue ‘trascurati’ al Centro Trasfusionale dell’Ospedale di Avezzano: si risparmia sulle colazioni.

La denuncia della presidente dell’AVIS di Capistrello Maria Rita Fracassi e la Responsabile Sanitaria Provinciale della stessa associazione Anna Ferretti.

“Succede che al Centro Trasfusionale dell’Ospedale di Avezzano, già da tempo, l’attenzione al donatore sia venuta meno, soprattutto in relazione alla possibilità di poter consumare una colazione adeguata dopo aver effettuato il prelievo”

“Qualche anno fa nella saletta colazioni del Centro Trasfusionale c’era un distributore automatico di cibi e bevande, dedicato esclusivamente ai donatori, che offriva loro un’ampia scelta fra prodotti freschi, dolci e salati.
Un bel giorno però, il responsabile dell’ufficio economato dell’ospedale, decide di eliminare il distributore automatico perché il budget previsto per le spese di gestione del dispenser, non riesce più a coprire il costo del servizio, notevolmente aumentato, per via dell’incremento del consumo dei prodotti. Ciò nonostante il numero dei donatori che affluiscono al Centro sia rimasto sostanzialmente invariato”

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In pratica è stato consentito a chiunque, in via del tutto arbitraria e gratuita, di utilizzare abusivamente l’apparecchio, facendo lievitare in maniera abnorme le spese di gestione.

L’Economato, per riportare la spesa dentro i corretti parametri, pur avvalendosi delle prerogative che gli sono proprie, invece di attivarsi affinché certe pratiche scorrette fossero sanzionate o proibite, ha optato per una soluzione più pilatesca, eliminando direttamente il distributore automatico. Si è passati quindi a un servizio di catering, con consegna diretta di prodotti e bevande, sistemati alla meno peggio su un tavolino.

E così, fra ceste di merendine anonime, bricchi di the e latte, una macchinetta automatica per il caffè e scatole di polistirolo contenenti panini posticci, il donatore si ritrova a consumare alimenti di cui non conosce la provenienza né i termini di scadenza, e tutto questo, all’interno di un ospedale, è paradossale”

“Un’approssimazione intollerabile”, sottolineano dall’Avis, “soprattutto se compiuta nei confronti di chi dona se stesso al prossimo.
Sarebbe bastato coinvolgere l’AVIS Provinciale che gestisce il Punto Avis dell’ospedale, per evitare questo. L’associazione, venuta a conoscenza del problema solo a cose fatte, non ha potuto attivarsi per tentare di superare la criticità.
Gli oltre 6000 donatori marsicani, distribuiti fra le 34 sezioni AVIS del territorio, meritano ben altro e un più dignitoso trattamento.”