L'aquila

Murata Gigotti, volano gli stracci

Delibera "Murata Gigotti", l'Associazione Coppito nel Cuore e nell’Anima respinge le accuse.

Dopo la riunione del CTP AQ5 sulla questione Murata Gigotti, l’Associazione Coppito nel Cuore e nell’Anima respinge le accuse.

«Come ormai noto a tutti, Coppito è da giorni nel mirino di ogni testata giornalistica della città a causa della delibera comunale n°332/2018 che riguarda i fitti passivi dell’Amministrazione Comunale. Nella maggior parte degli articoli o dei post pubblici, ma soprattutto nella riunione del C.T.P. AQ5 che si è tenuta il 13 settembre alle 18.30 nella sede di Murata Gigotti, la nostra associazione è stata ingiustamente accusata di aver fortemente voluto e di aver contribuito alla decisione della Giunta. Uno degli esempi è il post dell’addetto stampa della Pro Loco di Coppito. Attraverso questo unico comunicato ufficiale vogliamo chiarire la nostra posizione».

Così il direttivo dell’Associazione Coppito nel Cuore e nell’Anima, dopo le tensioni di questi giorni sulla questione Murata Gigotti: «L’unico scopo della nostra associazione è il bene del Paese attraverso le nostre numerose iniziative che hanno e che cercheranno sempre di valorizzarlo. Abbiamo una sede e non abbiamo mai fatto richiesta per averne altre. Spesso i nostri eventi si sono svolti all’interno del parco Comunale di Murata Gigotti con tutti i permessi dovuti, al contrario di ciò di cui siamo accusati oggi. È inoltre importante chiarire che se i nostri soci hanno voluto esprimere la loro opinione attraverso i loro profili privati, questo non può e non deve essere strumentalizzato per diffamare questa associazione. Ogni nostro socio, come ogni cittadino, è libero di avere un pensiero personale e di poterlo esprimere. Dai profili di questa Associazione non sono mai state ridicolizzate attività e non sono stati mai offesi soci di altre associazioni. Ci preme precisare che se le offese e le calunnie ai danni della nostra associazione e dei nostri soci proseguiranno, ci riserveremo di far valere le nostre ragioni nelle dovute sedi».