Parco gran sasso

I pascoli, il Parco e le norme anti allevatori

Ogni anno lo stesso copione. L'autorizzazione per anticipare la monticazione non è stata concessa e il comitato spontaneo allevatori non ci sta. "Perché non accelerare i tempi del pascolo montano che potrebbe eliminare l'erba secca che favorisce gli incendi?"

I pascoli del Parco nazionale Gran Sasso Monti della Laga sono ancora off limits. La monticazione non può partire e gli allevatori si scagliano contro il Parco.

Ogni anno lo stesso copione. L’autorizzazione per anticipare la monticazione non è stata concessa e il comitato spontaneo allevatori non ci sta.
“Perché non accelerare i tempi del pascolo montano che potrebbe eliminare l’erba secca che favorisce gli incendi?”
I diktat imposti da Regione e Parco si ripropongono puntuali sia al momento del trasferimento del bestiame nei pascoli in quota, in particolare sul Gran Sasso dalla primavera all’autunno, sia al momento del loro ritorno nelle stalle a valle per trascorrere al caldo l’inverno.
La legge regionale del 4 gennaio 2014, numero 3 «in materia di tutela e valorizzazione delle foreste, dei pascoli e del patrimonio arboreo della regione Abruzzo» incastra gli allevatori.

Oltre 30 imprese agricole chiuse negli ultimi 10 anni

Questa normativa rischia di mettere in ginocchio tantissime imprese, in particolare quelle che portano gli animali sui pascoli montani. La legge recita: «La Regione promuove la tutela e la valorizzazione delle risorse forestali e dei pascoli, la loro gestione sostenibile e multifunzionale, con particolare riguardo ad obiettivi di: miglioramento e tutela dell’assetto idrogeologico del territorio; tutela del paesaggio; mantenimento e incremento della biodiversità; tutela degli ecosistemi forestali dalle avversità abiotiche e biotiche e dagli incendi boschivi; tutela delle aree di rilevante valore ambientale; sviluppo delle aree montane e interne attraverso la promozione dell’economia forestale e delle filiere dei prodotti della selvicoltura e del pascolo, nonché dei prodotti secondari del bosco; tutela e sviluppo dei sistemi silvopastorali, ivi compresi la tutela tecnica ed economica dei beni silvo-pastorali dei comuni e degli altri enti pubblici».

I limiti di Regione e Parco

Ma, c’è un bel ma: la legge “ingabbia chi vive di pascolo e montagna” in orari di lavoro fissi e in lotti pascolativi. Alla faccia della figura del pastore libero  e solitario sui suoi monti.
Questo accade pure se le condizioni dei terreni da pascolo, quest’anno, sembrano essere, rispetto alla stagione, in anticipo di 25 giorni. Gli stessi agronomi ribadiscono che l’anticipo della monticazione, a 1200 metri di altitudine, non creerebbe nessun problema alla biodiversità delle aree del Parco.

La monticazione e la prevenzione degli incendi “ignorata”

Sulla questione rischio incendi, la monticazione anticipata sarebbe un bene in quanto il materiale secco è abbondantissimo. Eppure a Roma la Raggi ha messo a lavoro pecore, mucche e capre per tagliare l’erba e ripulire i parchi della capitale in un contesto del tutto diverso.

Leggi anche i reportage del Capoluogo:I diktat che uccidono gli allevatori(R)esistere nel Parco, c’era una volta Assergi

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