L'aquila

Prevenzione sismica, premiata Ilaria Capanna

La tesi "Risposta sismica di strutture snelle in muratura" di Ilaria Capanna premiata alla quinta edizione Avus 2009. Intervista al presidente Sergio Bianchi.

Ieri pomeriggio la premiazione per la migliore tesi sulla prevenzione sismica a Ilaria Capanna, laureatasi in Ingegneria civile con la tesi “Risposta sismica di strutture snelle in muratura”.

Il presidente di Avus 2009, Sergio Bianchi – genitore di un ragazzo universitario morto sotto le macerie del 6 aprile 2009 – ha premiato ieri pomeriggio all’Auditorium del Castello Ilaria Capanna, laureatasi in Ingegneria civile presso il Dipartimento di Ingegneria dell’UnivAq con la tesi “Risposta sismica di strutture snelle in muratura”. Da cinque anni l’associazione Avus 2009 premia con 3mila euro le migliori tesi.

avus

Miglior tesi sulla prevenzione sismica, l’intervista a Sergio Bianchi.

Intervista di Umberto Baccili.

Dialogare con i giovani attraverso questo premio cosa significa per voi che avete perso un figlio sotto le macerie?
In questi cinque anni abbiamo ricordato i nostri figli attraverso giovani in gamba. Stringere la mano a Ilaria Capanna, la premiata di questa edizione, significa per noi affidare un mondo migliore a forze fresche e non contaminate. Il nostro dolore viene da chi non ha fatto bene il proprio dovere. Non ha informato, ha costruito male quei condomini diventari quella notte le bare per i nostri figli.

Che hai nel cuore dopo nove anni dal sisma de l’Aquila?
Un cuore pieno di macerie. La ricostruzione di una città è diversa da quella dell’animo. Per le mura basta attendere il finanziamento, per le macerie dentro non esiste una escavatrice che faccia largo a qualche emozione.

Un figlio non risorge, purtroppo, dopo una sentenza della magistratura che attesta le responsabilità.
Noi abbiamo perso l’essere del nostro cammino in questa vita. Nulla ci avrebbe potuto dare indietro i nostri gioielli. La magistratura, come si dice in questi casi, ha fatto il suo corso. Sulle sentenze finali penali c’è il timbro “prescrizione”. Pensa che nel  processo alla protezione civile la nostra onlus non è stata ammessa. I giudici hanno motivato il no perchè noi dovevamo dimostrare il nesso tra le rassicurazioni della commissione e il comportamento dei nostri figli. Avevamo bisogno di una carta che dimostrasse che Nicola era tranquillo poiché era stato tranquillizzato dalle parole degli scienziati e rappresentanti della protezione civile. Assurdo! Anche il processo è stato surreale. Tutti condannati in primo grado, tutti assolti in secondo grado, tranne uno che ai microfoni di una tv locale consigliò per stare tranquilli “un buon bicchiere di vino rosso d’Ofena”.

I vostri figli, sostenete, erano stati tranquillizzati dai messaggi lanciati?
La tragedia si consumò il lunedì Santo quando le università dovevano essere già chiuse. I ragazzi erano rimasti a L’Aquila e qualcuno ripartì la sera della domenica perché aveva un esame. Se i nostri figli avessero minimamente avuto dubbi sulla situazione che aveva registrato più di 400 scosse dall’inizio dell’anno probabilmente avrebbero scelto di restare a casa e allungare le vacanze di Pasqua. Erano purtroppo tutti tranquilli e purtroppo noi con loro.

Dicevi che i vostri processi sono stati tutti prescritti.
In un procedimento l’ingegnere ha ammesso di non aver svolto dei calcoli per l’adeguamento del tetto di un condominio. Condannato in primo grado, poi niente.

Tu vedi lo Stato come?
Come controparte e questo non è umano. Pensa che ora è il momento dei processi in sede civile quelli per i risarcimenti che a me non interessano. Tra poco dovremmo sottoporci ad una perizia psicologica da allegare agli atti dove si deve dimostrare che la morte di mio figlio Nicola ha provocato dolore all’intera famiglia. Diceva Angelo Lannutti un genitore attivissimo nella nostra associazione che è morto da poco per un tumore : “ Se muore il papà la moglie si chiama “vedova” e i figli “orfani”. Se muore un figlio nessun dizionario sa catalogare un papà, una mamma e dei fratelli”. Angelo è morto ad Ottobre.  Non riesco a togliermi dalla testa che il dolore che ha provato dalla morte di Ivana ha influito sulla sua malattia.

Dal dolore è nato un percorso.
Si, prima il libro “Macerie dentro e fuori” che abbiamo presentato in tutta Italia e con i proventi poi, questo è il quinto anno, un premio di laurea per la  migliore tesi sulla prevenzione sismica. Doniamo quel che abbiamo al vincitore, un assegno ogni anno di 3000 euro, denaro utilissimo per chi esce dal mondo universitario  e aspetta un lavoro. Abbiamo detto forte in tutti gli incontri in giro per l’Italia  ai giovani di rifiutare certi atteggiamenti di alcuni professionisti del passato,  di staccarsi da una mentalità che io definisco “marcia” quella che ti permette di non fare i calcoli per un nuovo tetto e poi farla franca davanti alla giustizia. Abbiamo detto che è il sapere che deve governare il mondo e non il profitto.

La cronaca dell’evento.

Nel seguente link, la cronaca dell’evento redatta dai ragazzi dell’alternanza scuola-lavoro Gaia Di Bartolomeo, Elena Ciancone e Giorgia Chiummiento, IV B Liceo delle Scienze Umane.

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