L'intervista

1948 2018, dalle ideologie alle promesse elettorali

Elettori al voto: Il Capoluogo intervista Angelo, 88 anni e decine di campagne elettorali ed elezioni viste e vissute. Cos’è cambiato in questi 70 anni? Dall’ideologia convinta e intoccabile, alla campagna elettorale accesa dei programmi tv, dai volantini nei paesi agli spot elettorali.

“Il voto era più  orientato all’ideologia anziché alle promesse” – comincia così l’intervista ad Angelo, classe 1930.
“Prima non esisteva la frase consueta dell’Io ti dò in campagna elettorale, ma solo comizi, incontri e piazze piene dove l’unica forza era l’ideologia”. Niente do ut des e voti di scambio: “C’è chi è pronto a pagare per ottenere un lavoro, chi per vincere un appalto, chi per sbloccare una pratica burocratica”.
Angelo di elezioni ne ha viste tante. “Ho votato a 21 anni la prima volta”. Nel 1948 la Democrazia Cristiana si aggiudicò la maggioranza relativa dei voti e quella assoluta dei seggi, caso unico nella storia della Repubblica.

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La campagna elettorale e i mezzi di comunicazione

In quei tempi non c’era ancora la campagna elettorale con i programmi elettorali in tv che fanno da padroni. “Ricordo che nei nostri paesi passavano camion pieni di volantini”. E i partiti? “Prima le persone erano tutte legate al fascismo, non si poteva fare diversamnte. Ci si accomodava finché non ci furono grandi conflitti ideologici, dopo i tempi sono cambiati e nacque la Democrazia Cristiana come prosecuzione del Partito Popolare”.
Il 3 gennaio del 1954 si accende la tv, ma solo il 26 aprile del 1961 i politici mettono piede nelle case degli italiani attraverso “la scatola magica” con Tribuna Politica. La volontà fu dell’allora presidente del Consiglio Amintore Fanfani che annunciò una serie di conferenze stampa dedicate ai partiti a mezzo tv. Regole ferree e dibattito controllato, cosa che ora farebbe sbadigliare il telespettatore ma “in quel periodo i partiti erano più forti della tv”.
Da qualche anno, poi, sono arrivati i social, in cui il politico diventa reporter di se stesso, fenomeno sconosciuto ad Angelo e alla sua generazione.

Verso le Politiche 2018: il fattore generazionale

Al variare dell’età cambiano le performance dei vari partiti. Il grafico mostra le intenzioni di voto per ogni classe di età come rilevate da un sondaggio Ipsos lo scorso 27 gennaio. La prima grande differenza con le elezioni del 2013 risiede nel fatto che il Movimento 5 Stelle non si pone più come motore propulsore solo dei giovani, ma aspira a divenire una formazione rappresentativa di tutte le varie categorie sociali del paese. Il consenso elettorale è maggiormente distribuito tra le varie generazioni. Ora persino tra gli over 65 sarebbe in grado di convogliare su di sé quasi il 20% dei consensi, anche se Forza Italia e il Partito Democratico continuano ad essere due punti di riferimento importantissimi per questa generazione di elettori. La lista Liberi e Uguali gode di un discreto seguito sia tra i giovani sia tra la popolazione sopra i 55 anni. Infine, la coalizione di centrosinistra nel suo complesso riscuote cospicui consensi tra l’elettorato over 65 (quasi il 40% – fonte Ipsos).