Dillo al capoluogo

Ricostruzione, una passeggiata sui tetti aquilani

La ricostruzione marcia inesorabile in centro storico tra il sollievo di una parte dei residenti e lo sconcerto di altri.

Sconcerto che si è fatto largo tra gli abitanti degli edifici in via Simonetto, alla vista di una canna fumaria che di certo non passa inosservata.

«La canna è spuntata all’improvviso, nello stupore generale di tutti, poiché il palazzo in questione è sotto il vincolo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio» commentano i residenti.

Questa canna fumaria scarica fumi tossici perché dovrebbe servire un’attività di ristorazione ed è posta vicinissima anche al terrazzo di un’abitazione privata.

«Come è possibile che abbiano rilasciato le autorizzazioni a una simile “aggiunta”?

Oltre ad essere un elemento che di certo non abbellisce il palazzo ma che anzi lo deturpa, questa canna è anche motivo di grande preoccupazione per noi: chi controlla le esalazioni? Perché hanno permesso che a distanze così ravvicinate i fumi si spandessero nelle vicine abitazioni private?

Chi ha approvato questa modifica?»

Nello stesso palazzo peraltro chi si è occupato della riparazione/ricostruzione dello stabile non si è accorto probabilmente della mancanza di un cornicione (come si vede nelle foto).

 

I residenti, contrariati e sconcertati sperano che la questione possa presto risolversi ma soprattutto si chiedono:

«È possibile dunque che ciò accada in pieno centro storico in palazzi vincolati e posti sotto il controllo della Soprintendenza?»

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