Post sisma

Tasse da restituire, imprese pronte alla battaglia

Restituzione delle tasse post sisma, l’Unione Europea non si ferma e le imprese sono pronte alla battaglia.

La posizione di Apindustria L’Aquila è netta: risponderemo in modo preciso e puntuale senza attendere gli
estenuanti e ad oggi ininfluenti movimenti della politica nazionale.

Una battaglia che va avanti da anni, quello attorno alla restituzione delle tasse post sisma abbattute al 40%, considerate dalla UE come aiuti di Stato e, quindi, da restituire: 12 in tutto le aziende rimaste nel mirino, tra le quali alcuni big del territorio aquilano, come Dompè e Guizza.

[Imprese, torna l’incubo tasse post sisma]

“La nomina del Commissario, che deve ancora essere pubblicata, darà il via alla fase di valutazione e di recupero delle somme considerate indebitamente percepite senza aver  previsto né la mancanza di sanzioni né l’eventuale possibilità di rateazione”

sottolinea il presidente di Apindustria Mari Fiamma.

“Gli ultimi due sono solo alcuni degli aspetti che nell’ambito della complicata vicenda, protrattasi per oltre sei anni, che non sono stati considerati ma a questi si aggiunge il mancato riconoscimento del de minimis a 500.000 euro (previsto nel triennio 2008-2010), la franchigia per l’importo massimo dello stesso de minimis, la possibilità di una trattativa sulla cifra totale (caso Apple in Irlanda, con riduzione dell’80%) e le ragioni che, dalla prima ora, portiamo avanti come tesi con in primis il fatto che non esiste turbativa della concorrenza e del mercato europeo in una zona devastata da un sisma”

Le colpe di questa situazione sono da attribuire però non solo alla Unione Europea, sottolinea Apindustria.

“Solo alcuni degli aspetti ancora non sviscerati sono da attribuire all’intervento dell’UE, e pertanto difficili da far prevalere se non per vie legali, molti altri sono invece ancora nelle disponibilità della politica nazionale che per questo non può esimersi dal fornire un segnale forte a questo territorio soprattutto dopo che i responsabili materiali della mancata notifica sono salvi per prescrizione.
Nei prossimi giorni le aziende interessate, che diventeranno molte più di quelle circa 120 da tempo note perché si parla di una verifica dai 100.000 € in su, dovranno decidere se pagare o approntare una “resistenza” armata, pertanto Apindustria L’Aquila, già attivatasi per creare la task force di avvocati e tributaristi, sarà a disposizione di chi, oltre ai primi organizzati di cui sopra, intenderà rispondere in modo preciso e puntuale senza attendere gli
estenuanti e ad oggi ininfluenti movimenti della politica nazionale”

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