Fucine di idee

Officina L’Aquila, incontri internazionali

Più di mille le richieste di accreditamento registrate sul sito della manifestazione “Cantieri aperti”, che si conferma il vero fiore all’occhiello di “Officina L’Aquila – Incontri internazionali”.

 

Una domanda superiore all’offerta alla quale si è dovuto porre un limite per motivi di sicurezza, limitando le visite a 750 presenze (con una media di 250 al giorno), di cui metà professionisti e metà studenti provenienti non soltanto dall’Università di Ingegneria dell’Aquila, ma anche da quella di Architettura di Pescara, dall’Università La Sapienza di Roma e da quella di Camerino.

Un successo, quello di “Cantieri aperti”, reso possibile grazie al Cpt (Comitato paritetico territoriale) che ha messo a disposizione di “Officina L’Aquila” il personale tecnico di supporto alle visite formative guidate nei cantieri della ricostruzione. Visite che si sono potute svolgere in totale sicurezza in alcuni dei cantieri più significativi del centro storico: Palazzo Notar Nanni (Consorzio Di Vincenzo&Strever), Palazzo dell’Arcivescovado (Consorzio Di Vincenzo&Strever), Palazzo Carli Porcinari (Mancini), Consorzio Carispaq (Cingoli), Palazzo Camponeschi (Conscoop, Crimisos e L’Internazionale) e Teatro Comunale (Conscoop L’Internazionale).

Le visite sono state accompagnate anche dai direttori dei lavori che hanno illustrato le caratteristiche tecniche e costruttive di restauro e di consolidamento dei palazzi, primo esempio di un centro storico quasi totalmente vincolato, che è stato recuperato con un indici di sicurezza sismica intorno al 70%.

 

E’ questo il risultato più evidente e significativo della seconda edizione di “Officina L’Aquila – incontri internazionali” la manifestazione promossa e organizzata da ANCE Abruzzo, insieme ad ANCE L’Aquila, ANCE Chieti, ANCE Pescara, ANCE Teramo e Carsa srl, che vuole contribuire alla buona pratica della ricostruzione aquilana attivando un dibattito con esperti italiani in tema di edilizia, restauro, riqualificazione urbana, adeguamento energetico, sicurezza sismica, comunicazione nell’emergenza e turismo.

“Officina L’Aquila” si conferma – a detta di molti degli intervenuti ieri mattina – una fucina di idee, l’occasione in cui riflettere su progetti per il presente e per il futuro, il luogo “in cui si è impostato un metodo di lavoro strategico, mettendo insieme operatori pubblici e privati, che ha consentito di evitare il doppio rischio di gettare tutto sulle spalle degli amministratori e operatori locali oppure, al contrario, di lasciare prevalere la politica”, come ha detto il vicepresidente e assessore al Turismo della Regione Abruzzo Giovanni Lolli, che è intervenuto alla sezione di lavoro denominata “Officina next. Territorio, restauro e turismi”. Sezione che chiude, come tutti gli anni, la manifestazione guardando al domani.

Officina L'Aquila

“Apprezzo ‘Officina L’Aquila’ – ha detto Lolli – noto con piacere una testardaggine degli operatori turistici, che mi lascia ben sperare, ma resto senza parole quando alcuni genitori mi dicono che le scuole dell’Aquila non sono sicure. Abbiamo, ora, l’opportunità di cambiare il destino dell’entroterra aquilano e abruzzese. Dobbiamo essere ambiziosi e puntare su qualità. Ci sono cose che sono già successe e bisogna dirlo a chiare lettere: L’Aquila è una delle tre città scelte dal Governo per il 5G, grazie al quale all’Aquila investirà Fiat Chrysler Automobiles (Fca) per avviare un centro di eccellenza per la ricerca sull’auto connessa. I cinesi di Zte, inoltre, sono interessati a investire all’Aquila, mentre Enel aprirà qui un suo centro di formazione per la gestione della fibra ottica grazie al 5g. Non solo: Youtube ha chiesto di organizzare un festival nazionale di tre giorni all’Aquila, segno che siamo individuati sempre più come un luogo fertile di proposte e idee, ma non dobbiamo perdere l’occasione”.

Ha definito “un’idea geniale” quella di aprire i cantieri della città al mondo dei tecnici e degli studenti universitari il giornalista ex direttore del Tg2 e attualmente conduttore su Rai 1 di “Linea verde il sabato”, Marcello Masi, per il quale “Officina L’Aquila è l’occasione irripetibile per mostrare che L’Aquila è un modello da esportare, è città viva, simbolo di quello che potrebbe essere un Paese migliore. Qui stiamo assistendo a qualcosa di nuovo. Un problema dell’informazione e della comunicazione è spesso il suo limite nel vedere la realtà delle cose. Non possiamo permetterci di lasciar trascorrere questa esperienza senza raccontarla, le potenzialità dell’Aquila si stanno svolgendo, realizzando, e la città distrutta dal sisma è diventato un modello da copiare. I giornalisti si devono assumere qualche responsabilità in più di raccontarlo”.

Un esempio di borgo gravemente danneggiato dal terremoto è Fontecchio, splendido Comune della valle Subequana. La sindaca Sabrina Ciancone ha spiegato che l’amministrazione comunale dal 2011 ha avviato un percorso di democrazia deliberativa per ascoltare e coinvolgere i cittadini nell’elaborazione delle linee guida per l’estetica e lo sviluppo locale, un piano di ricostruzione partecipato, incontri, assemblee ‘per rendere gli abitanti consapevoli di quello che succede’. “Io penso che si debba dare una funzione allo sforzo immane della ricostruzione – ha detto – la comunità deve essere coinvolta e stimolata, altrimenti se la comunità è finta e sparuta non possiamo proporre un turismo esperienziale”. L’amministrazione comunale di Fontecchio ha proposto un progetto di housing sociale particolare: “Casa e bottega”, arrivato alle fasi imminenti dell’avvio. “Abbiamo un patrimonio pubblico restaurato che rischia di rimanere vuoto – ha detto Ciancone – ci è parso importante dare alla ricostruzione un valore sociale. Un intervento di social housing unito all’offerta di spazi artigianali e servizi legati alla produzione, facilitazioni della mobilità sostenibile e orti urbani”. Fontecchio conta oggi 52 mega aggregati, di cui 9 sono stati conclusi, 18 quelli aperti, soltanto 3 quelli commissariati perché non sono riusciti a costituirsi.

Il presidente del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Tommaso Navarra, ha spiegato che “il nostro turismo montano non è più vocato a un tipo di turismo residenziale e impattante. Per non fare fuggire i giovani, dobbiamo avere chiaro che non dobbiamo realizzare costruzioni mirate soltanto al dato di spazio ricostruendo l’esistente, ma ricostruire con delle funzionalità: un parco avventura, un sentiero natura, percorsi dell’orso e del lupo. Soltanto in questo contesto, tra l’altro agevolato da una buona moderna tecnologia e supporto internet, potremo avere la possibilità di vivere il nostro territorio, anche grazie al telelavoro”.

Alfonso D’Alfonso, presidente della Dmc (Destination management company) Gran Sasso, L’Aquila e Terre Vestine, occorre “mettere a sistema il rilancio del turismo, incentivare una visione comune per far conoscere l’intero territorio. C’è bisogno di turismo come sviluppo e fonte di reddito. ‘Officina L’Aquila’ ha fatto la proposta di cantieri aperti e noi l’abbiamo messa asistema con il turismo del restauro, che consiste in dieci pacchetti integrati di tre giorni con cui, oltre a fare esperienza diretta della ricostruzione che sta rinascendo, con una giornata di visita nei cantieri, si vive il territorio nei restanti due giorni. A dimostrazione che L’Aquila e i Comuni del suo cratere sismico sono vivi e vivibili. Si potranno scoprire le eccellenze del territorio”.

A fare il bilancio della manifestazione è il coordinatore di “Officina L’Aquila”, Roberto Di Vincenzo: “Officina L’Aquila sta diventando il momento di riflessione sulla ricostruzione, al di là della quotidianità della ricostruzione e dell’emergenza, questo è il momento in cui ci si ferma e si fa il punto per il domani, in maniera ottimistica ma realistica, perchè i problemi ci sono. La complessità della ricostruzione siaffianca a quella di dare nuove prospettive a questo territorio. Un nuovo sviluppo che si svolge su tanti fronti: ad esempio quello del restauro, che prosegue con eccellenza e che può diventare un pezzo della nuova economia, in quanto qui abbiamo l’eccellenza mondiale nel campo del restauro. Per rilanciare l’attrattività del territorio occorre, poi, farlo conoscere. Si sta parlando anche del fascicolo del fabbricato dell’ospitalità, grazie al quale le strutture dell’accoglienza potranno certificare il loro livello di sicurezza”.

Al convengo ha partecipato anche Paola Rizzi dell’Università dell’Aquila, che per anni ha vissuto e lavorato in Giappone, del quale ha riportato l’esperienza: “Dobbiamo seguire l’esempio del Giappone, non far sparire i piccoli centri”. A fare il punto della ricostruzione nel cratere sismico è stato Raffaello Fico, responsabile della ricostruzione privata nell’ambito dell’Ufficio speciale per la ricostruzione del Comuni, per il quale “il valore della ricostruzione e della rigenerazione urbana passa anche attraverso la partecipazione dei cittadini”.

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