Santa croce

Colella, appello alla Magistratura

Colella, patron di Santa Croce, chiede alla Magistratura di indagare “per chiarire se le mie accuse di essere stato e di essere tutt’ora al centro di un disegno criminoso rispondano al vero. Se, come sono convinto, emergerà che ho ragione, visto che parlo con le prove in mano, anche il Comune di Canistro dovrà tacere e pagare la sua razione di risarcimento danni”.

Così l’imprenditore molisano Camillo Colella replica al sindaco di Canistro (L’Aquila), Angelo Di Paolo, che in una nota ha definito fantasiose le sue affermazioni di un “disegno criminoso contro la Santa Croce Spa ordito dagli enti pubblici per cancellare la Santa Croce che aveva la concessione fino allo scorso anno”.

“Le parole del sindaco Di Paolo, ex consigliere regionale passato alla storia per i cambi di casacca a seconda della convenienza, sono la conferma dell’esistenza di un disegno criminoso nei miei confronti per farmi fallire e consegnare l’azienda ad altri imprenditori – dice Colella – Dopo la mia conferenza stampa di venerdì scorso, infatti, Di Paolo e i suoi accoliti rispondono per difendere l’indifendibile anche a nome della Giunta regionale, in particolare del vice presidente, Giovanni Lolli, e della dirigente Iris Flacco, dei sindacati e dei lavoratori, cioè gli autori dell’associazione contro di me”.

“E il bello e il molto grave è che, trattandosi di argomenti di vitale importanza per la collettività, questo soggetto parla nell’esercizio delle sue funzioni, dicendo cose false perché non documentabili, a differenza delle mie”, rimarca.

Colella ribadisce poi che andrà “avanti a testa bassa perché sia affermata la verità con la certificazione delle persecuzioni e delle illegittimità e illegalità”.

“Le parole fuori luogo e non vere del sindaco e dei suoi accoliti sono il segnale del nervosismo e della preoccupazione di chi ha perso molti privilegi da quando, nel 2008, ho preso in mano l’azienda dall’imprenditore Faroni che loro hanno usato e sfruttato per anni, sia politicamente che per interessi personali, portandola quasi al fallimento, evitato dal sottoscritto”, sbotta.

“Soprattutto Di Paolo e sua moglie Armanda Coco, in evidente conflitto di interessi, hanno gestito l’azienda e sono corresponsabili dei conti in rosso. È evidente il nervosismo del sindaco e dei suoi seguaci perché vedono giorno dopo giorno in paese perdere credibilità e autorevolezza – continua ancora – a cominciare da gran parte dei dipendenti che hanno cominciato a capire quante bugie gli amministratori hanno raccontato ai loro danni”.

Per l’imprenditore “sono situazioni che, sono sicuro, porteranno anche a un ribaltone politico-amministrativo a Canistro, dove i Di Paolo e i Coco hanno fatto il loro tempo”.

Colella segnala anche un altro aspetto “dell’accanimento a orologeria che c’è contro la Santa Croce: il giorno dopo la conferenza stampa, ci ha chiamati la Fira, la finanziaria regionale controllata dalla Regione, gestita da Lolli, che ci ha chiesto un sopralluogo per verificare le carte su un prestito pubblico che abbiamo ereditato dalla precedente proprietà sul quale, naturalmente, è tutto in regola”.

“Si stanno giocando davvero tutte le cartucce, ma ho certezza che siano le ultime perché la gente sta capendo molto bene”, conclude.

La replica del sindaco Di Paolo

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