Discariche fuorilegge

Discariche a rischio multe, c’è anche L’Aquila

Undici in Abruzzo, 23 in Basilicata, 2 in Campania, 3 in Friuli Venezia Giulia e 5 in Puglia.

Questa la mappa delle 44 discariche messe sotto accusa dall’Unione europea con il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Ue il 17 maggio scorso. Si tratta di 44 discariche che – come riferisce il servizio studi del Senato – costituiscono “un grave rischio per la salute umana e per l’ambiente”.

Le discariche irregolari: Basilicata: Atella (Loc. Cafaro); Avigliano (Loc. Serre Le Brecce); Corleto Perticara (Loc. Tempa Masone); Ferrandina (Loc. Venita); Genzano di Lucania (Loc. Matinella); Latronico (Loc. Torre); Lauria (Loc. Carpineto); Maratea (Loc. Montescuro); Marsico Nuovo (Loc. Galaino); Matera (Loc. La Martella); Moliterno (Loc. Tempa La Guarella); Pescopagano (Loc. Domacchia); Potenza (Loc. Montegrosso-Pallareta; Rapolla (Loc. Albero in Piano); Rionero in Vulture (Loc. Ventaruolo); Roccanova (Loc. Serre); Salandra (Loc. Piano del Governo); San Mauro Forte (Loc. Priati); Sant’Angelo Le Fratte (Loc. Farisi); Senise (Loc. Palomabara); Tito (Loc. Aia dei Monaci); Tito (Loc. Valle del Forno). Abruzzo: Campotosto (Loc. Reperduso); Capestrano (Loc. Tirassegno); Capistrello (Loc. Trasolero); Castellalto (Loc. Colle Coccu); Castelvecchio Calvisio (Loc. Termine); Corfinio (Loc. Cannucce); Corfinio (Loc. Case querceto); Francavilla (Valle Anzuca); L’Aquila (Loc. Ponte delle Grotte); Mosciano S. Angelo (Loc. Santa Assunta); S. Omero (Loc. Ficcadenti). Puglia: Andria (D’Oria G.& C. s.n.c); Canosa (CO.BE.MA); Bisceglie (CO.GE.SER); Andria (F.lli Acquaviva); Trani (BAT-Igea s.r.l.). Campania: Montecorvino Pugliano (Loc. Parapoti); San Bartolomeo in Galdo (Loc. Serra Pastore). Friuli Venezia Giulia: Trivigano (ex Cava Zof); Torviscosa (Loc. La Valletta); Torviscosa (Società Caffaro).

La decisione dell’Ue si riferisce alla procedura di infrazione aperta nel 2011 per violazione della direttiva Ue sulle discariche (Direttiva 1999/31/CE) che imponeva agli Stati membri di bonificare o chiudere entro il 16 luglio 2009 le discariche già autorizzate o in funzione prima del 16 luglio 2001, le così dette ‘discariche preesistenti’.
Il ricorso alla corte di Giustizia Ue – spiega ancora la nota del servizio studi del Senato – potrebbe comportare “per il nostro Paese una condanna al pagamento di sanzioni pecuniarie” (composte da una somma forfettaria e da penalità giornaliere); e sentenze di condanna sono già state pronunciate “nei confronti di Bulgaria, Cipro e Spagna”.
In effetti l’Italia nel 2014 è stata già condannata al pagamento di sanzioni nell’ambito della procedura sulle ‘discariche abusive’: 40 milioni di euro forfettari, più una penalità semestrale decrescente in base al numero di siti messi a norma adeguati.