Regione

‘Marchette’ e rimpasti, che veleno in consiglio!

Veleno in consiglio regionale: tra opposizione e maggioranza, sì, ma anche all’interno dei banchi della stessa opposizione. Perchè se è vero che il referendum è come un coperchio che sta – per ora – tenendo nella pentola tutti i malumori e le rivolte dei ‘ribelli’, ivi compresa anche la mozione di sfiducia al presidente Di Pangrazio, è pur vero che le voci che vogliono il Nuovo Centro Destra in rampa di lancio sia a livello nazionale sia locale, per la conquista di un posto al sole, sono insistenti.
L’impegno della Sottosegretaria Chiavaroli a livello nazionale e anche su tematiche locali è costante, seppur sottotraccia, e al tempo stesso il rappresentante di NCD in regione, il teramano D’Ignazio, è stato più volte al centro di rumors, captati e riportati anche dal nostro giornale, che lo vogliono come disinnesco alla crisi della giunta: suo, magari, un posto in giunta, al posto dei ribelli? Chi lo sa. Lui l’ha smentito categoricamente in Aula, durante una Interpellanza a sua firma. Ma l’ha smentito solo per ora: “In molti mi danno come prossimo assessore e coinvolto in una eventuale prossima Giunta. Smentisco totalmente. Per ora resto all’opposizione, al Referendum voterò sì. Dopo il Referendum vedremo”. E quel per ora non deve essere andato giù al compagno di opposizione Sospiri che ha ribattuto: “prendiamo atto e felici che per ora resti, il collega D’Ignazio. Certo, l’eliminazione del vincolo di mandato è una questione che dovrebbe essere, in Italia, trattata per evitare continue trasmigrazioni”. Più che una frecciatina, un colpo in piena regola.

Il pomeriggio si preannuncia incandescente: poco prima della pausa, infatti, è stata ammessa all’esame dell’Aula la legge 320/2016 in favore dei Centri di Ricerca, ribattezzata “legge Marchette” dal Movimento Cinque Stelle. Già nella scorsa seduta, i pentastellati avevano denunciato come, a fronte di giusti e pertinenti provvedimenti indirizzati allo sblocco dei fondi per i centri di ricerca, fossero stati infilati emendamenti che distribuiscono fondi a pioggi a comuni e per le più disparate manifestazioni culturali. “Per due cose buone messe, 98 non si possono guardare. La cultura non merita elargizioni ad hoc. È stata violata una norma regionale che impone parere vincolante della struttura finanziaria: e questo non c’è.” sottolinea il cinque Stelle Pettinari. La risposta di Febbo è durissima: “Siete demagogici e populisti. Non avete voluto partecipare ai lavori di Commissione e non avete visto in cosa consiste ora la legge: non ci sono più le marchette, come le avete definite voi. Voi siete di un populismo esasperato e avete gli scheletri pieni. Fatevi dire da Marra cosa ha fatto al Comune di Roma” sbotta il vulcanico consigliere di Forza Italia, dando vita ad una bagarre che durerà per qualche minuto.

Alla fine, il 320 verrà esaminato: pronti 300 emendamenti. Ma il veleno continua a scorrere: ne sanno qualcosa il consigliere Pettinari, ancora, che ha uno scontro verbale molto acceso con il Presidente Di Pangrazio sulla questione del piano regolatore del porto di Pescara. Alla fine viene dato semplicemente l’ok al piano, senza analizzare tutti gli emendamenti che l’opposizione pentastellata aveva preparato.

Ne sa qualcosa il consigliere Pietrucci, che ancora una volta vede il REASTA, progetto per il soccorso alpino in quota, rinviato al prossimo consiglio. E’ lo stesso D’Alfonso che si ‘scomoda’ e ne chiede il rinvio, in attesa di discuterne in una prossima riunione con i ribelli fissata per sabato. Un rinvio che fa capire che ancora si è lontani dal trovare la quadra con Di Matteo, l’assessore alla Montagna nonché ‘ribelle’ insieme al collega Gerosolimo e Olivieri.

Peraltro, lo stesso Pietrucci, visibilmente contrariato, vede rinviata in Commissione un’altra delle sue proposte, quella sulla Pet Therapy, ma per una questione strettamente burocratica e finanziaria, legata alla definizione dei nuovi livelli LEA.

Passa, invece, la legge sull’ Istituzione del premio di studio in memoria dei 77 studenti deceduti durante il terremoto dell’Aquila,a firma sua e di Bracco.

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