In montagna con...

Ciaspole: tecnica e consigli

di Paolo De Luca*

Le racchette per camminare sulla neve, “ciaspe” in dialetto ladino oppure “ciaspole” in altri dialetti, sono un particolare strumento che permette di spostarsi agevolmente sella neve a piedi.
Originariamente, i cacciatori e i contadini, per avanzare su terreni innevati usavano ingombranti racchette ai piedi che impedivano loro di sprofondare nella candida coltre: esse erano costituite da un cerchio di legno e strisce di cuoio legate fra loro.
Una cinghia non troppo stretta legava le scarpe a questo dispositivo. A cavallo tra i due secoli fu l’esercito di stanza nell’Alta Val Pusteria a introdurre diversi mezzi per potersi muovere anche in inverno e le racchette da neve furono dimenticate.
Negli ultimi anni, però, si è assistito ad una controtendenza: le escursioni sulla neve sono ritornate di moda e le racchette risultano particolarmente adatte per i pendii non troppo scoscesi e con esse si possono percorrere senza problemi i nevai anche nel tardo inverno.
Il materiale di partenza è stato migliorato: le racchette moderne sono realizzate con uno stampo di plastica oppure dispongono di un’intelaiatura in alluminio con la superficie d’appoggio in neoprene o poliuretano. Sono dotate di attacchi snodabili che permettono una camminata abbastanza naturale ed in certi modelli lo snodo può essere regolato secondo il terreno da percorrere.
Alcune racchette dispongono di un alza-tacco che permette di ridurre lo sforzo sul ripido, oppure regolabili nella lunghezza mediante una prolunga adattabile al tipo di terreno ed innevamento. Tutte hanno sotto l’attacco dei ramponcini fissi più o meno larghi, in corrispondenza della pianta degli scarponi e del calcagno, che agevolano la tenuta su neve dura o ghiacciata.

In neve profonda e terreno per lo più pianeggiante si usano racchette lunghe, mentre sui pendii ripidi sono senz’altro da preferire racchette corte e maneggevoli.

Per i percorsi semplici, adatti a tutte le età, non sono richiesti particolari preparazioni o specifici allenamenti. Per gli altri percorsi, come per il trekking estivo, è indispensabile l’allenamento.
Le calzature per indossare le ciaspole sono le scarpe da trekking; serve ovviamente un adeguato abbigliamento da neve e non devono mancare le ghette le quali impediscono alla neve di penetrare tra la scarpa e il piede.
E’ importante sottolineare che andare in montagna d’inverno può essere un’attività sportiva rischiosa se non si hanno le conoscenze sufficienti : il pericolo più grande è quello delle valanghe. Chi ha intenzione di effettuare escursioni impegnative, deve avere una serie di conoscenze: deve conoscere bene il territorio e, se così non è, deve saper leggere una cartina topografica e sapere come usare altimetro e bussola oltre ad informarsi sulle condizioni del manto della neve e del meteo e saper pianificare la gita in base alla propria capacità tecnica e preparazione fisica. Si deve possedere e saper usare molto bene l’ARTVA (Apparecchio di Ricerca Travolti da Valanga), è uno strumento indispensabile per la ricerca dell’eventuale travolto, da usare sempre in abbinamento con pala (scavo) e sonda (ricerca), ed avere naturalmente l’equipaggiamento adatto, con un vestiario invernale.

A chi è consigliato l’uso delle ciaspole?

Camminare con le racchette da neve non è altro che la prosecuzione dell’escursionismo estivo. Su percorsi facili e sicuri è un’attività alla portata di tutti, anche dei bimbi di 8-10 anni. Allacciati gli attacchi, l’avventura può avere inizio per andare alla scoperta di un modo straordinario di vivere la montagna d’inverno fuori dalle aree attrezzate. Si dice che “se sai camminare, sai andare con le ciaspole”. Non è necessario salire a grandi quote per godere di emozioni indimenticabili. Basta una coltre nevosa su una strada forestale per vivere la straordinaria esperienza della natura ammantata di bianco.

Come si indossano le racchette da neve?

Generalmente le ciaspole si differenziano in sinistra e destra dalla fibbia di chiusura che deve sempre rimanere all’esterno. La calzatura va inserita in modo tale che la punta del piede si trovi sopra il puntale, quindi stringendo la cinghia anteriore. Il tacco della scarpa deve collocarsi al centro della racchetta e poi fissato con cinghie posteriori. Esistono vari tipi di racchetta, differenziate per grandezza, materiale e costo. Vanno scelte in base alle attività e al percorso che si appresta ad affrontare, alla frequenza di utilizzo e alle dimensioni corporee rispetto a quelle dell’attrezzo. Per facilitare la camminata, si utilizzano bastoncini, simili a quelli utilizzati nello sci, che aiutano nella spinta e nell’equilibrio.

Il passo e la postura delle gambe

Le gambe devono essere leggermente divaricate in maniera che le racchette non si sormontino, per evitare quindi spiacevoli cadute. Un errore che potrebbe portare all’interruzione prematura della nostra gita, è quello di partire troppo velocemente, senza ben valutare lo sforzo: è dunque sempre una buona regola partir piano ed economizzare ogni movimento superfluo. Nella neve fresca, dove per forza si affonda, il passo deve essere cadenzato: avanzamento del piede, appoggio e caricamento effettuati in sintonia con l’azione volontaria del quadricipite, spostamento del busto sopra il piede d’appoggio.

La progressione

Deve essere fluida e precisa per consentire l’appoggio del piede con la dovuta sicurezza. Il busto rimane pressoché eretto evitando eccessivi spostamenti, in avanti e indietro, che potrebbero provocare fastidiosi “mal di schiena”. Le braccia, leggermente aperte, servono essenzialmente per mantenere l’equilibrio, aiutate dall’appoggio alternato dei bastoncini.

La salita

Spesso, soprattutto quando la neve è molto dura, deve essere affrontata sulla massima pendenza (tratto più ripido) così da far lavorare il rampone che si trova applicato sotto la ciaspola. Su terreni difficili con la punta del piede e il ramponcino della racchetta si deve costruire un piccolo gradino prima di fare il passo successivo. Il piede avanzato deve essere ben stabile sull’appoggio prima di avanzare con la gamba che sta dietro. La tibia, il ginocchio, e il femore devono essere in asse.

La diagonale

A volte bisogna affrontare delle diagonali o dei traversi per poter cambiare direzione. Se la neve è soffice non sussistono problemi, ma con la neve compatta e dura si devono adottare le seguenti accortezze. Molte ciaspole non hanno grip laterali e l’appoggio della racchetta di traverso rispetto il pendio non offre una presa sicura. Se il pendio non è molto ripido, possiamo attraversarlo normalmente, con la racchetta da neve a monte che segue la linea di marcia, mentre quella a valle, grazie a una torsione del piede, sarà posizionata in modo tale che la punta della racchetta sia rivolta il più possibile verso monte, facendo lavorare il rampone della ciaspola. Quando il pendio diventa più sostenuto ed impegnativo, dobbiamo mettere entrambe le punte verso monte, e con passi laterali spostarsi verso la direzione voluta spostando prima le braccia e i bastoni, poi gambe e racchette da neve.

La discesa

E’ importante affrontare la discesa con piccoli passi sulla massima pendenza, in questo modo si fa lavorare il rampone e la punta della racchetta non rimane imprigionata nella neve. Se la discesa diventa più ripida e si tende a scivolare si deve ricorrere alla tecnica del Telemark, e non a quella dello sci classico. Sempre sulla massima pendenza, appena la racchetta comincia a scivolare, con movimento rapido e deciso si deve abbassare molto il baricentro, ottenendo così molta stabilità ed equilibrio. Il movimento è determinato da un leggero piegamento in avanti del ginocchio della gamba che avanza, mentre il ginocchio della gamba posteriore si abbassa molto, quasi a toccare la racchetta. Appena terminata la scivolata , con movimento rapido e deciso, si continua con il passo successivo. Le braccia, molto aperte e avanzate, assumono un ruolo importante per il mantenimento dell’equilibrio. Il dietro-front va eseguito con piccoli spostamenti circolari, non in un unico passo.

Abbigliamento

Vanno utilizzati gli usuali capi di vestiario per lo sci-escursionismo, cercando di vestirsi a più strati e provvedendo sempre a portare nello zaino una maglietta di ricambio.

Calzature

Ai piedi si possono calzare scarponi o pedule di tipo estivo, più o meno pesanti a seconda dell’impegno che l’escursione richiede. Per brevi percorsi, possono andar bene anche scarponcini più leggeri purché sufficientemente impermeabili.

Zaino

Non si deve partire per un’escursione , anche se facile, senza aver controllato che nello zaino ci sia tutto il necessario per affrontare una giornata invernale in montagna. Il sacco deve preferibilmente essere dotato delle apposite allacciature che consentono di fissarlo in vita e al petto, ed essere sufficientemente grande da contenere: kit di pronto soccorso; la giacca a vento (nei momenti in cui questa non viene usata); maglietta di ricambio; una borraccia termica per bevande calde; fil di ferro, cordini, nastro adesivo e coltellino multiuso per riparare eventuali rotture delle ciaspole; cartina topografica della zona dell’escursione.

Ghette

Utilissimo accessorio che impedisce alla neve di entrare nelle scarpe.

Bastoncini

Possono essere utilizzati i normali bastoncini da sci, di misura leggermente più lunga, ma sono preferibili quelli telescopici, con una rotella grande perché affonda meno nella neve, la cui lunghezza può essere regolata in base alla quantità della neve (quando la neve è molto polverosa, il bastoncino sprofonda di più).

Ramponi

In alcune escursioni può essere necessario l’uso dei ramponi. Consiglio quelli in lega leggera, con attacco classico a cinghiette perché adattabile a vari tipi di scarpa.

Buone ciaspolate a tutti nel rispetto delle regole dettate dalla sicurezza e dal buon senso!

Paolo De Luca

Paolo De Luca

Paolo De Luca è un Maestro di Sci e Accompagnatore di media Montagna di Pietracamela (TE): su Il Capoluogo ogni settimana i suoi consigli.