Fotografia

‘Lo stato delle cose’, 40 obiettivi inquadrano L’Aquila

Quaranta fotografi da tutt’Italia si aggirano in questi giorni per le strade dell’Aquila e del circondario per documentare sette anni dopo la realtà dei luoghi colpiti dal terremoto del 2009.
L’iniziativa, interamente autofinanziata, nasce per donare alla città un archivio fotografico che vuole far riaccendere i fari sullo stato delle cose nel capoluogo abruzzese. E ‘Lo Stato delle Cose’ è proprio il nome del progetto .

“Oggi che l’eco dell’attenzione mediatica si è ridimensionata, come è fisiologicamente inevitabile, vogliamo testimoniare le trasformazioni che interessano un territorio dalla natura così complessa” ci spiega Antonio Di Giacomo, giornalista e ideatore dell’iniziativa, che incontriamo ai Quattro Cantoni. “In questa fase il territorio è potenzialmente più fragile perché ha meno attenzioni rispetto ai mesi immediatamente successivi al terremoto. Il nostro gruppo vuole mettere la fotografia a servizio della comunità”.

“Esiste sì una città interessata dai cantieri per la ricostruzione, e questa realtà è tangibile nel centro storico, ma allo stesso tempo esiste un’altra città, a pochi metri da questa in cui si lavora, dove il tempo si è fermato e dove la ricostruzione non è arrivata”.

Ecco allora che da ieri l’esercito di fotografi è a spasso per le strade dell’Aquila, con lo spirito di dar vita ad una narrazione plurale e onesta che restituisca non uno ma più racconti di cosa è questo territorio oggi.

lo stato delle cose

Lina Calandra, responsabile del laboratorio di cartografia Cartolab dell’università dell’Aquila, ha tenuto questa mattina un seminario condiviso con studenti e docenti del corso magistrale in geografia dell’università degli studi di Bologna sul sisma del 6 aprile 2009 e le sue conseguenze sul territorio a cui hanno preso parte i fotografi; è seguita una visita guidata nel centro storico, mentre nel pomeriggio i partecipanti si sono spostati nella new town di Cese di Preturo (in foto), ben nota per il crollo dei balconi e per il sequestro delle piastre.

“Credo che l’effetto del sisma sul territorio abbia anche qualcosa che sconfina nell’imponderabile rispetto a quelle che potranno essere le conseguenze nel tempo” continua Di Giacomo. “Non basta solo ricostruire per far sì che la vita torni alla normalità”.

“Oggi L’Aquila è una città operaia di giorno, mentre al calare del sole si trasforma in una città da locali notturni. Rispetto a quattro anni fa, comunque, quando venni per la prima volta, è cambiata. E’ importante che il centro storico sia recuperato perché in luoghi come piazza Duomo dove il cantiere della cattedrale non è ancora partito ma è in dirittura d’arrivo, i cittadini devono riappropriarsi della loro identità proprio a partire da luoghi simbolici come questi”.

“E a riappropriarsi dell’identita – conclude – saranno gli aquilani che hanno un senso del prima e che potranno avere un senso del dopo. Non potranno farlo invece moltissimi giovani, per i quali qualcosa come il Duomo o Corso Vittorio Emanuele sono solo ricordi d’infanzia. Per quanto il centro, cuore della città, possa essere ricostruito seguendo la filosofia del com’era, dov’era, quella che si presenterà a ricostruzione avvenuta sarà inevitabilmente una città nuova”.

“Quando ho visto L’Aquila per la prima volta ho capito che doveva essere una città bellissima; lo è tuttora, nonostante le sue ferite. Il nostro auspicio è che nel risorgere a nuova vita possa nuovamente disvelare le evidenti bellezze architettoniche, storiche e culturali stratificate in secoli di storia”.
E’ possibile seguire il lavoro del gruppo sulla pagina Facebook o sul sito www.lostatodellecose.com.
I fotografi che partecipano all’iniziativa sono: Stefano Baldacci, Giampaolo Becherini, Michele Belloni, Sergio Catitti, Alessandro Celani, Ivano Cheli, Fabio Chiesa, Donato Chirulli, Ivan Ciappelloni, Roberto Cocco, Francesca Colacioppo, Nicola Colucci, Valerio De Iorio, Emanuele Dello Strologo, Antonio Di Giacomo, Andrea Gallo, Claudio Laudadio, Paolo Loli, Piero Lovero, Francesco “Fraliga” Lorusso, Andrea Mancini, Giannicola Menna, Riccardo Menna, Luigi Montanari, Paolo Munari Mandelli, Federica Nico, Silvio Nicolaci, Gabriele Orlini, Bruno Panieri,  Francesco Paolucci, Leonardo Perugini, Gianluca Polazzo, Angelo Presenza, Andrea Rotili, Sergio Scaiola, Bruno Tamiozzo, Giuseppe Tangorra, Enzo Francesco Testa, Alfredo Toriello, Tiziano Torreggiani e Mirko Turatti.