La riflessione

Bertolaso, l’ennesimo teatrino mediatico

Tiene banco lo scambio di battute tra Guido Bertolaso, candidato sindaco a Roma, e gli aquilani; tutto è cominciato da una dichiarazione dell’ex capo della Protezione Civile che in un’intervista al quotidiano Repubblica paragona la capitale all’Aquila terremotata, vantando una certa esperienza nella ricostruzione delle città italiane, in senso proprio e in senso lato.

Immediata la risposta di alcune associazioni locali (3e32/Casematte, Appello per L’Aquila, Link Studenti Indipendenti, Unione degli Studenti, Legambiente e Asilo Occupato) che in una lettera hanno voluto raccontare brevemente ai romani danni, speculazioni e ingiustizie di Bertolaso in Abruzzo, ricordando anche che il processo Grandi Rischi Bis, che vede imputato proprio Bertolaso con le accuse di omicidio colposo plurimo e lesioni per aver falsamente rassicurato gli aquilani prima della scossa del 6 aprile, è ancora aperto, e si terrà il prossimo 4 marzo.

“Orgoglioso del lavoro svolto – questa la risposta, – le critiche vengono mosse dall’1% della popolazione” sostiene Bertolaso.

Ora, al di là di dati e percentuali, in queste campagne mediatiche c’è sempre chi dice la verità e chi vuole nasconderla, e c’è anche chi, in silenzio, sa cosa voglia dire aver vissuto il terremoto dell’Aquila. Chi ha perso familiari, chi ha perso amici, chi ha perso la casa, chi il sorriso, chi non ha perso nulla ma si indigna ugualmente davanti a un teatrino che ha 309 morti dietro le quinte.

Gli aquilani conoscono bene la storia del processo alla Commissione Grandi Rischi, nessuno chiese di prevedere il terremoto, ma se quella notte in tanti abbiamo dormito dentro casa, forse qualcuno ha voluto fare il mago, escludendo l’ipotesi di una grande scossa.

Ma ormai il terremoto dell’Aquila sembra essere un capitolo archiviato della storia recente. Noi che lo abbiamo vissuto conserveremo nella nostra memoria fatti e misfatti di questi anni finché avremo vita. Siamo detentori di alcune verità su uno dei capitoli più dolorosi della storia italiana del 2000 e assistiamo impotenti davanti alla forza intrinseca che tanti media nazionali sanno mettere in campo al momento giusto.

Siamo detentori di alcune verità, perché ricordiamo sì le parole della commissione Grandi Rischi, le risate degli imprenditori, perché tanti di noi vivono in case antisismiche da cui crollano i balconi e si scoperchiano i tetti, perché ricordiamo bene le parole delle intercettazioni di tanti, da Bertolaso che parlava di “campagna mediatica” e definiva Giuliani un “deficiente” all’ex prefetto Iurato, che si commosse per finta davanti alla Casa dello Studente, fino alla signora di Popoli che si finse aquilana e nella trasmissione televisiva Forum ringraziò pubblicamente Berlusconi a nome di tutti gli aquilani perché la città era stata completamente ricostruita.

Alcune verità, perché altri retroscena, a noi comuni mortali, non sarà mai dato saperli.