Osvaldone per molti non ha bisogno di alcuna presentazione. E’ un eroe indiscusso che ha salvato una donna accerchiata da un branco di randagi. Il pastore abruzzese, forte e gentile, è arrivato la scorsa estate a Rovere di Rocca di Mezzo in cattive condizioni: affamato e triste.
E’ stato immediatamente adottato dalla comunità che lo ha curato e rimesso in forma. Purtroppo la piccola comunità rischia di perderlo perché non ha il microchip.
Sara Megale, fotografa ambientalista appassionata di natura, racconta la storia di Osvaldone a IlCapoluogo.it.
Ci annuncia: “In settimana andremo dal Sindaco per far nominare Osvaldone cane di quartiere e intestare al Comune il microchip. In questo modo Osvaldone sarà il cane di Rovere!”
Sara torna spesso nel piccolo borgo che si trova nel Parco naturale del Sirente e sottolinea quanto il randagismo sia un problema per la piccola frazione e non solo.
“Osvaldone ha difeso da tre randagi una signora con la carrozzina che stava passeggiando sulla pista ciclabile. I cani l’avevano circondata, ma lui richiamato dalle urla della donna, è arrivato ha attaccato il branco e l’ha messo in fuga. Non senza procurarsi delle brutte ferite, poi curate dalla comunità”.
Solo qualche giorno fa l’ex sindaco Emilio Nusca aveva affermato: “Paura e impossibilità di avvicinarsi alle mura di cinta del cimitero della frazione a causa di branchi di cani randagi. Proprio a me è accaduto, il giorno dell’Epifania, di dover desistere dal fare visita alla tomba di mio padre, per la presenza minacciosa di un branco di cani all’interno del cimitero”. (leggi: Rocca Di Mezzo, allarme randagismo: “vietato l’accesso al cimitero”)