Ricostruzione

Ricostruzione: proroghe per i precari fino al 2017

«Quello raggiunto è un risultato importante: tre emendamenti presentati, tre approvati dalla Commissione Bilancio del Senato.

Sono emendamenti inseriti in toto nella legge di stabilità. Quindi hanno un bollino in più. Sono blindati perché recepiti nel maxi emendamento del governo. Il risultato è l’approvazione certa anche alla Camera, senza modifiche».

Lo afferma una soddisfatta Stefania Pezzopane, senatrice del PD, che questa mattina in conferenza stampa ha fatto il punto della situazione.

I dettagli degli emendamenti

Con primi due si mettono in salvo 165 posti di lavoro tra gli uffici speciali della ricostruzione dell’Aquila e dei comuni del cratere.

«Salvare 165 posti di lavoro vuol dire salvare un’impresa e garantire l’efficienza degli uffici che lavorano alla ricostruzione del cratere».

La senatrice Pezzopane ci tiene a sottolineare l’importanza del rinnovo dei precari, senza i quali la ricostruzione si bloccherebbe.

«Ho cercato di far comprendere al Governo che i 4 miliardi di euro spalmati fino al 2018 sono spendibili solo se dietro ci sono strutture operative».

Questo accade per la prima volta. I contratti negli anni precedenti hanno avuto rinnovi più piccoli, adesso «le amministrazioni potranno affrontare i prossimi due anni in totale tranquillità».

Le risorse necessarie per la proroga dei precari sia dei Comuni che degli uffici speciali verranno prelevate dai fondi Cipe, destinati al finanziamento dei servizi di natura tecnica  e per l’assistenza.

In mancanza di questi due emendamenti il 31 dicembre 2015 si sarebbero interrotti i contratti dei precari dei Comuni, con il conseguente blocco di tutti gli uffici. Lo stesso sarebbe accaduto a maggio per gli Uffici speciali.

«Fondamentale è il percorso parallelo tra somme stanziate e il lavoro degli uffici».

Il terzo emendamento punta a dare maggiore efficienza e trasparenza alla ricostruzione del patrimonio ecclesiastico .

«Prevede che la stazione appaltante per la ricostruzione delle chiese e degli edifici religiosi, anche quelli recenti sia affidata al Provveditorato per le opere pubbliche, a garanzia di maggiore trasparenza e di omologazione delle procedure. Questo aiuterà la Curia a uscire da una serie di difficoltà».

 

«In questi giorni si è riaperta la discussione sulle norme che riguardano la ricostruzione privata. Queste sono inserite nel mio disegno di legge che in gran parte è già stato inserito nei vari decreti.

Alcune di queste norme sono quelle concordate nel tavolo con Legnini. Io ho lavorato e completato quella bozza. Nello specifico white list, mini gare per la scelta dell’impresa a cui affidare i lavori con un tetto di 500 mila euro e norme che regolano i subappalti.

Il lavoro delle prossime settimane sarà quello di sensibilizzare i ministeri dell’Interno e di Giustizia, necessari in questo passaggio».

Un accenno anche alle inchieste del post sisma: «Con il decreto enti locali ci sono regole, più fermi. Assenti precedentemente. Le inchieste di cui parliamo risalgono al 2012 quando ancora non prendeva piede la legge Barca. Occorre lavorare in sinergia: ho chiesto al Prefetto un incontro per rafforzare le misure di prevenzione delle ingerenze della criminalità organizzata negli interventi di ricostruzione»