Cronaca

I lavoratori della Intecs scrivono a Mattarella: ‘Lesi il lavoro e dignità di cittadini’

I lavoratori della INTECS scrivono una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in città il prossimo lunedì per inaugurare l’anno accademico 2015/16 dell’Università degli Studi de L’Aquila.

120 ricercatori si appellano alla carica più alta dello Stato per avere un’udienza in cui discutere sulle problematiche  del lavoro.

Di seguito la lettera integrale:

 

 

Illustrissimo Presidente, Le scriviamo con l’intento di sensibilizzare la più alta carica dello Stato su quello che per noi al momento rappresenta il Problema e su quei diritti sanciti dagli articoli 3 e 4 della Costituzione Italiana che oggi vediamo per noi lesi: il lavoro e la dignità di cittadini. Siamo 120 ricercatori tra ingegneri, informatici, fisici e matematici con lunga e consolidata esperienza prevalentemente nel settore delle telecomunicazioni. La nostra storia inizia negli anni ’90 all’interno del laboratorio di ricerca e sviluppo Italtel, successivamente ceduto a Siemens e a partire dal 2005 risucchiato all’interno di un vortice di crisi prima con Compel e negli ultimi anni con Intecs. La graduale perdita di competenze tecnologiche dovuta al progressivo e inesorabile crollo di attività che da tempo affligge il nostro sito produttivo ci induce oggi, dopo i dovuti passaggi all’interno dell’azienda e delle istituzioni locali, ad approfittare della Sua presenza nel nostro territorio per condividere con Lei le nostre paure sulla concreta difficoltà di poter continuare a sostenere le nostre famiglie e tutelarne i redditi. Grazie al lavoro delle famiglie di provenienza, spesso di modesta estrazione culturale, la nostra generazione ha avuto la possibilità di migliorare il proprio stato sociale attraverso un percorso di studi. Noi oggi non siamo in grado di poter garantire ai nostri figli altrettanto. I nostri ragazzi, già fortemente penalizzati a causa dell’evento sismico e delle sue evidenti conseguenze sul piano sociale, dovranno fare i conti anche con le ridotte possibilità dovute all’incertezza economica delle loro famiglie. Siamo ormai giunti ad un punto nevralgico della nostra vertenza, oppressi da una crisi dalla quale il nostro territorio non sembra riuscire ad emergere, da una inadeguatezza imprenditoriale nella gestione delle nostre professionalità e dalla dura stretta sugli ammortizzatori sociali introdotta dalle recenti misure del jobs act. Le rivolgiamo una sentita richiesta di udienza per una nostra delegazione in occasione della sua prossima presenza a L’Aquila perché questo ci consentirebbe di focalizzare l’attenzione sulle nostre preoccupazioni per il futuro. Certi della Sua sensibilità istituzionale, sociale e culturale, attendiamo con fiducia e Le porgiamo i nostri più distinti saluti e ringraziamenti.

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