Sisma l'aquila

Sisma L’Aquila: «Commissione d’inchiesta per conoscere la verità»

Una Commissione di inchiesta parlamentare – formata da venti componenti, dalla durata di due anni – sull’operato della “Commissione Grandi Rischi”, con l’obiettivo di «conoscere la verità» sul terremoto che ha sconvolto L’Aquila il 6 aprile del 2009, con 309 vittime, molti feriti e «un dolore che non è sopito». Lo chiede la senatrice Pd Stefania Pezzopane, che ha depositato, a Palazzo Madama, un ddl a sua prima firma.

Nessuna sovrapposizione con il lavoro della magistratura, ma accertamento delle «responsabilità politiche», spiega la senatrice aquilana.

«Sono passati sei anni dal tragico sisma e gli italiani ancora attendono di sapere la verità sul comportamento della Commissione Grandi Rischi. Il 19 novembre la Cassazione si esprimerà sul procedimento principale e ci auguriamo che lo Stato non nasconda il suo vero volto. Ci sono già stati due gradi di giudizio totalmente contraddittori – ha sottolineato la senatrice Pezzopane – con una condanna in primo grado e un’assoluzione in secondo grado perchè il fatto non sussiste. La commissione di inchiesta non vuole sovrapporsi al lavoro della magistratura, ma stabilire le responsabilità politiche di un organismo dello Stato che fa capo alla presidenza del Consiglio e che ha finalità di previsione e prevenzione», per capire se nell’atto di riunirsi all’Aquila il 31 marzo del 2009, «abbia osservato i principi della legge e ottemperato ai principi di deontologia propri dei funzionari dello Stato», ha aggiunto Stefania Pezzopane in una conferenza stampa a Roma, nella quale, a più voci, è stato evidenziato «il messaggio rassicurante che venne dato, in quell’occasione, alla popolazione».

01«Non è una proposta ideologica – ha spiegato la senatrice – ma la richiesta al Parlamento di avere un’occasione in più» di verità.

«Molti hanno ritenuto che i processi in corso siano processi alla scienza. Ma non c’entra niente. Sono processi alle persone, per le loro dichiarazioni, per il loro operato», ha aggiunto Stefania Pezzopane, ricordando, insieme all’avvocato Wania Della Vigna, parte civile nel procedimento in corso davanti alla magistratura, la riunione «fugace» della commissione Grandi rischi, il 31 marzo 2009 a L’Aquila, «durata appena 40 minuti con messaggi rassicuranti». «Non si chiedevano virtù profetiche, ma una valutazione dei rischi», ha detto l’avvocato, per la popolazione di una città come l’Aquila, antica e dunque con edifici vulnerabili e situata in una zona sismica.

02Per «tenere viva l’attenzione sul processo e per fare luce sulle responsabilità degli scienziati e su quello che avvenne nell’aprile del 2009 a L’Aquila» non solo si chiede di istituire una commissione d’inchiesta, ma si annunciano altri due eventi promossi dalla onlus titolata a Ilaria Rambaldi: un convegno alla Casa delle donne il prossimo 13 novembre e un flash mob muto davanti alla Cassazione il 19 novembre, giorno in cui l’Alta Corte dovrebbe pronunciarsi sul processo.

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