Cronaca

Massimo Mancini sotto accusa: «Confido nella giustizia»

I difensori di Massimo Mancini, l'avvocato Tiberio Gulluni e il professore e avvocato Luca Marafioti dichiarano che il loro assistito confida «in una rapida soluzione della inchiesta giudiziaria che lo vede ingiustamente coinvolto».

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Al giudice che lo ha interrogato «ha reso ampie spiegazioni in ordine alla vicenda, che riguarda esclusivamente una controversia relativa alla ripartizione dei rimborsi da parte del Ministero dei costi sostenuti da una ATI intrapresa nel 2004 con altre imprese, una delle quali risulta nel frattempo fallita».

Tra l'altro, nei confronti della società fallita è in corso una causa dinanzi al Tribunale civile di Roma.

«Nessun fatto di bancarotta può addebitarsi a Massimo Mancini, - dichiarano i due avvocati - così come nessun comportamento che metta in dubbio la serietà della Impresa Mancini operante da anni nel settore edile pubblico e privato. A riprova del Suo atteggiamento collaborativo e della Sua fiducia della giustizia, il cui corso attende serenamente, Massimo Mancini si era pron

tamente dimesso da ogni incarico nel mese di febbraio 2015, al fine di evitare ogni pregiudizio all'attività di un gruppo che opera da molti anni con dedizione e serietà in tutta Italia».

SOLIDARIETA' DA L'AQUILA CALCIO - Inoltre, appresa la vicenda giudiziaria che riguarda il vice presidente Massimo Mancini, la società di L'Aquila Calcio, pur nel ribadire la massima fiducia nell'operato della magistratura, esprime vicinanza, solidarietà e sostegno al vice presidente Mancini «certa di una rapida e positiva conclusione della vicenda che, in ogni caso, è totalmente slegata dalle questioni che riguardano la città dell'Aquila», così si legge in una nota divulgata.

«Questo sia in termini sportivi che per quanto concerne le attività di ricostruzione. Si tratta, infatti, di una vicenda giudiziaria che ha origini nel lontano 2004 a Roma».

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