Cronaca

Accoltellamento pasticcere, ruggini e controsensi

Proseguono gli accertamenti della squadra Mobile di Pescara sull'omicidio di Giandomenico Orlando, pasticciere 67enne ucciso a coltellate ieri mattina davanti al suo locale. Intanto emergono nuovi particolari sulle ruggini tra la famiglia Orlando e quella del presunto omicida, Giovanni Grieco, 41 anni da compiere, attualmente in carcere: nei suoi confronti la polizia, nell'ambito di due procedimenti per precedenti aggressioni, aveva presentato alla Procura cinque informative in cui si ravvisava la necessità di una misura cautelare.

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Misura che, però, non è mai arrivata. Gli uomini della Mobile, diretti da Pierfrancesco Muriana, stanno continuando ad ascoltare famigliari della vittima e testimoni, anche per capire se vi siano liti o discussioni recenti tra il pasticciere - l'uomo avrebbe sempre avuto un atteggiamento protettivo nei confronti dei famigliari - e il presunto omicida. Episodi che potrebbero aver portato al gesto di ieri che, in base agli elementi in mano agli investigatori, ha l'aria di una spedizione decisa e pianificata. La vicenda tra le due famiglie risale al 2010, quando, per questioni condominiali, ci fu una discussione nella pasticceria, arrivò la polizia e la madre di Grieco, residente nell'appartamento sopra il locale, fu condannata.

Un episodio che il figlio 41enne della donna non ha mai accettato e da cui sono iniziati i problemi: Grieco ce l'aveva con tutta la famiglia Orlando e per due volte ha aggredito il figlio del pasticciere. Due i procedimenti avviati nei suoi confronti, uno per un episodio dell'agosto 2013 e l'altro per un'aggressione del novembre 2014. Nell'ambito di tali procedimenti la polizia ha più volte richiesto misure cautelari, mai accolte. L'unico provvedimento è stato un ammonimento del questore. A conferma dell'indole violenta del 41enne, amante delle arti marziali e delle armi, ci sono anche altre aggressioni, tra cui un altro condomino, a cui ha rotto il setto nasale, una collega di lavoro ed uno straniero a suo dire responsabile di un furto. Per quanto riguarda l'arma del delitto di ieri - un tirapugni munito di lama rinvenuto in un cassonetto del centro di Pescara ancora sporco di sangue - la Polizia scientifica si occuperà de eseguire gli accertamenti e di comparare il Dna. Accertamenti verranno condotti anche sull'auto usata dal 41enne per fuggire. Tracce di sangue sono state trovate sulle scarpe di Grieco.

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