Marsica

L’Aquila e la Marsica per l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti

di Gioia Chiostri

«La Santa Pasqua la si festeggia tutti giorni della vita se si respira la stessa aria di chi è a noi attorno, ma sente poco il peso del futuro sulle proprie spalle per mancanza di normalità». Con queste parole augurali l’Associazione Onlus paladina dei diritti dei minorati della vista, l’Unici, ha salutato i passanti frettolosi ma lentamente sensibili presso piazza Risorgimento, ad Avezzano. Tra i primi fiori di aprile e l’aria appesantita dagli ultimi raggi di freddo autunno, la Marsica si è presentata, oggi, come agghindata dalla ghirlanda spirituale più bella e costosa di valori: quella della beneficenza. Tre giorni per coronare il sogno altruistico di una disabilità della vista ridiscussa positivamente grazie ai fatti delle azioni. 6mila e 400 uova di Pasqua della campagna di sensibilizzazione dell’Unione Italia Ciechi e Ipovedenti di L’Aquila vendute in tutto il bacino della Provincia, «un trionfo del volontariato mai registrato prima».

Con l’avvento della Santa Pasqua, quindi, si è davvero pronti ad arricchire il proprio bagaglio a mano del peso piuma dell’aiuto sociale? «Le nostre uova di Pasqua al cioccolato fondente e al latte – spiega a [i]ilCapoluogo.it[/i] il presidente della sezione aquilana dell’Unici, Americo Montanaro – con il ricchissimo messaggio di normalizzazione delle diversità congenite contenuto all’interno, sono andate a ruba, andando ad avvalorare la possibilità di finanziare terapie non coperte dal Servizio Sanitario Nazionale, specifiche per i disabili della vista abruzzesi. È un sogno che si avvera quello che la mia Associazione sta vivendo adesso, grazie a questa vendita esponenziale. Il prossimo anno vorrei ancora di più, perché fare volontariato significa anche tentare di superarsi sempre e comunque; vorrei bissare il successo di quest’anno, ma in maniera diversa, ossia creando un sistema di associazioni differenti supportanti, però, una stessa campagna a scopo benefico. L’insieme funziona, lo abbiamo imparato bene grazie alla presenza costante di testimonial come la senatrice Pezzopane e il modello Colaiuta. La sensibilità va spronata e, in un momento storico come questo in cui i fondi scarseggiano, occorre davvero ricordare che l’unione fa la forza».

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{{*ExtraImg_238407_ArtImgRight_300x192_}}La corsa alla solidarietà, quindi, suole incominciare da quattro passi affilati e ben affiatati lungo la strada delle cause perse e ridestate. L’Aquila e la Marsica, in un giorno che assume i contorni di una data di estratto conto con la vita passata, vicinissima a quel 6 aprile orrendo di 6 anni fa, si sono date le mani sotto il vischio primaverile della più vispa progettualità. Forgiata dal fuoco della volontà e modellata dalla fede in un aiuto reattivo e condotto verso una fine benefica, la ‘famiglia della beneficenza’ oggi festeggia la fine della prima missione compiuta assieme.

«La solidarietà, se aiutata dalle luci buone della ribalta, può davvero spiccare il volo. Lo scorso anno, l’Unici arrivò a quota 2mila uova vendute in totale; oggi, invece, si è sfiorato il tetto delle 6mila e 400 uova di cioccolata: sono numeri che pesano nelle tasche di chi va incontro ad una vita ‘minorata’», così Antonio Oddi, noto fotografo trasaccano e ideatore della macchina marsico-aquilana dell’altruismo affatto malizioso, che non lesina parole di gratitudine: «Abbiamo dato vita ad una squadra che, senza scopi di lucro, si è ritrovata a sfidare il fantasma della crisi globale di valori e d’identità».

Un bentornato generale, poi, è stato dato dagli abitanti della città di Avezzano alla senatrice aquilana Stefania Pezzopane, madrina della campagna di solidarietà, accolta fra selfie rubati e strette di mano assaporate. «Il risultato delle vendite è eccezionalmente alto – ha dichiarato entusiasta - ciò significa che l’idea promozionale firmata da Oddi ha fatto centro».

La coppia discussa, quindi, ha funzionato solidariamente. La senatrice Pezzopane è stata, inoltre, recentemente volto di molte battaglie che hanno toccato, da vicino, la Marsica intera, come quella riguardante la causa non ancora conchiusa del bistrattato Tribunale avezzanese. «Dal popolo marsicano ho imparato valori quali la tenacia e la resistenza alle difficoltà; sono costantemente in contatto telefonico con il sindaco Di Pangrazio e non mollo la mia presa politica votata al bene sul suolo marso».

A sei anni dal disastroso sisma, la parola ‘Ricostruzione’ da cosa è riempita e che senso ha? «Sicuramente – afferma la senatrice – è una parola riempita da fondi sicuri – 6 miliardi di euro grazie alla Legge di Stabilità – che sono, ora come ora, ad assoluta disposizione della causa specifica di L’Aquila. Per me, la Ricostruzione, a sei lunghi anni di distanza, significa Resurrezione del mio popolo di appartenenza; quest’anno, il 6 aprile, per fatalità, cade tra il giorno festivo di Pasqua e quello di Pasquetta: immagino che i miei conterranei aquilani lo stiano vivendo come giornata spirituale, di speranza ancora più forte. Aggiungo che è in preparazione una nuova legge atta ad accelerare le procedure; una legge, cioè, che ci garantisca maggiormente dalle infiltrazioni mafiose e che permetta di spendere tutti i sei miliardi di euro nel modo più veloce possibile, senza aprire le porte d’ingresso ai poteri occulti».

{{*ExtraImg_238408_ArtImgRight_300x192_}}Simone Coccia Colaiuta, padrino eccezionale della campagna a sfondo benefico, è tornato in terra marsa per rinverdire il suo ruolo di testimonial sicuramente d’effetto e d’impatto che ha inondato di luce riflessa il sistema di compravendita solidale. «La popolarità - esordisce - fa anche del bene se ben direzionata. Oggi, io e la mia compagna ci troviamo ad Avezzano per coronare con l’ultimo gesto di presenza questo cammino intenso ed importante».

Gli rubiamo una battuta: anche questo è un gesto da ‘Numero Zero’? «Il numero zero sta sempre un passo avanti rispetto al numero uno, perciò, a mio avviso, colui che afferma di essere il più grande, ossia il primo della lista, solitamente, ha un vuoto sotto ai propri piedi d entità esponenziale. Agli aquilani, a pochi passi dalla triste ricorrenza, oggi mi sento di dire di tenere duro, mentre agli amici marsicani, che hanno davvero un gran cuore e che lo stanno dimostrando con l’acquisto di queste uova ‘speciali’, ripeto di starci vicino, in tutto e per tutto. L’Aquila e l’Abruzzo hanno bisogno di unione».

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Lo sponsor della campagna a sfondo solidale nonché amministratore unico della società con vocazione turistica denominata ‘Marsturing’, Roberto Cerasani – un occhio edotto gettato sulla materia del terzo settore relativamente alla nostra zona – a fine tragitto, avverte: «Siamo soddisfatti: oggi, domani e dopodomani noi saremo ancora qui, a piazza Risorgimento, per dire ancora una volta e a gran voce che L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti provinciale non sta con le mani in mano. Abbiamo nel cassetto ancora 400 uova da vendere: ci auguriamo di portare a compimento la missione con l’ausilio del cuore». L’Unici, in vita da quasi 20 anni sul territorio provinciale, ha acquisito, grazie a testimonial di ampia visibilità, la potenza di un deltaplano motorizzato. Grazie a Media ogn’ora in ascolto e alla loro risonanza boomerang, l’Unione Italiana Ciechi, quest’anno, potrà regalare discipline di soccorso, quali l'ippoterapia o l'idroterapia, costosissime e non coperte dalla Asl ai fanciulli disabili in cerca di un equilibrio felice.

Una vittoria generale, che vedrà sollevare tanti macigni dal cuore: «le famiglie che, giornalmente, combattono con questo tipo di disabilità, hanno l’esistenza tumefatta dal destino. Noi, oggi, ci siamo proposti di schiarirla un poco grazie alla tinta unita della solidarietà. Io augurerei loro un miracolo inverosimile, in concomitanza con l’avvento della Santa Pasqua, – conclude il noto attore Corrado Oddi – ossia l’augurio più estremo della ricerca di una cura miracolosa, che risolva tutte le più ostiche problematiche di salute ad oggi riscontrate e dia serenità a chi, da troppo tempo oramai, l’ha dimenticata in fondo al buco nero dell’anima». Il giovane attore originario di Avezzano, ma romano per lavoro ed adozione, Alessandro Scafati, da poco assurto alla ribalta dello star system nazionale, ha preso su di sé la responsabilità solidale da poco, ma ben volentieri. «Sono tornato da Roma, al di fuori del mondo cinematografico che mi appartiene, proprio per vestire i panni di un eroe nuovo, attuale, che si nutre e si sostanzia solo di azioni votate al bene. Non esistono scuse o giustificazioni: chi può, fa perché comprende l’importanza del fare».

{{*ExtraImg_238409_ArtImgRight_300x192_}}L’associazionismo, oggi, deve saper vendere sé stesso e il proprio prodotto sociale; fra le sbarre di una quotidianità ridotta all’osso, dove la guerra la si vive più internamente che sotto i colpi esterni di mitra intransigenti, l’Unici assume i connotati di un’azienda che regala, ai minorati della vista, veri e propri servizi sociali. Sgranare gli occhi sul problema, significa recepirlo al di sotto della propria pelle: vivere la disabilità non più dietro al vetro del pregiudizio, si può. Occorre solo chiudere le palpebre sui luoghi comuni del sociale e spalancarle su quelli posti agli angoli di una normalità sbadatamente distratta. Udire il rumore del mondo significa anche questo.

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