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Bper, L’Aquila perde un’altra realtà

«La Direzione territoriale adriatica della Bper non sarà all’Aquila, ma a Lanciano. Una decisione, quella della Banca popolare dell’Emilia Romagna, che andrà a pesare ulteriormente sul già martoriato territorio aquilano. In un solo colpo saranno eliminate la Direzione territoriale dell’Aquila e l’area Avezzano-Sulmona: gli unici organismi, in tutto il Centro-Sud ad essere stati cancellati nell’ambito del processo di riorganizzazione aziendale».

A lanciare l’allarme sono Umberto Trasatti, segretario provinciale Cgil, Paolo Sangermano, segretario Cisl provincia dell’Aquila, e Michele Lombardo, segretario provinciale Uil.

«Sono lontani i tempi in cui la BPER assicurava, attraverso i suoi massimi esponenti, la salvaguardia dell’essenza dell’ex CARISPAQ, nonché il mantenimento, all’Aquila, della Direzione Territoriale della banca. Promesse a cui hanno fatto seguito solo atti contrari alle stesse. Quella attuata dalla Bper sul territorio è stata una politica di graduale indebolimento del ruolo della banca e del rapporto con la città e con il tessuto socio-economico - evidenziano Trasatti, Sangermano e Lombardo - e ancora, come definire la colonizzazione di alcuni uffici (Ispettorato, Gestione risorse) effettuata penalizzando le professionalità presenti nel territorio? E cosa dire delle scelte fatte per la Direzione delle filiali, che hanno visto puntualmente soccombere i dirigenti di provenienza ex Carispaq, anche e soprattutto in piazze dove questa aveva rilevato quote di mercato?».

«E che dire, inoltre, dei circa 70 posti di lavoro persi - incalzano i sindacalisti - in cambio di tre posti nell’istituendo Comitato territoriale per le erogazioni liberali e la relativa presidenza? La Bper ha annunciato che la sede del Comitato sarà L’Aquila, a compensazione della perdita della Direzione generale: paragone che non regge assolutamente».

Cgil, Cisl, Uil richiamano, alle proprie responsabilità tutti i rappresentanti delle istituzioni e della politica locale: «Nonostante l’ex Carispaq abbia perso, nell’ultimo anno, oltre 70 posti di lavoro, con il rischio che ne vadano in fumo altrettanti, con la presentazione del nuovo piano industriale - concludono Trasatti, Sangermano e Lombardo - quasi nessuno ha ritenuto di dover spendere una sola parola a tutela dei lavoratori. E' invece il momento di unire le forze con l'obiettivo di contrastare ed arrestare un declino altrimenti annunciato».