Cronaca

Capodogli arenati, cronaca di un salvataggio

Arriva qualche notizia rassicurante sulla vicenda dei sette capodogli rimasti spiaggiati sul litorale vastese, in Abruzzo, dove questa mattina è andata in scena una vera e propria "impresa" di solidarietà tra esseri umani e animali, con tanto di cittadini giunti in massa sulla spiaggia per incoraggiare volontari e soccorritori.

Alle 15.05 il quarto capodoglio vivo dei sette spiaggiati è riuscito a prendere il largo, accompagnato da una ventina di volontari che, a nuoto, hanno voluto dargli un simbolico saluto. Il bilancio finale dello spiaggiamento di Punta Aderci è, dunque, di quattro cetacei salvati e tre morti.

{{*ExtraImg_216090_ArtImgRight_300x201_}}Sulla collina che domina la spiaggia, all'interno della riserva di Punta Aderci, in migliaia hanno fatto il "tifo" per i volontari, che dalle 8 di questa mattina hanno lavorato senza sosta per consentire ai cetacei di riprendere il largo. Tutti e sette erano di sesso maschile e facevano parte di un branco che era stato avvistato qualche giorno fa a largo dell'isola Vis, in Croazia. A dare manforte agli uomini della Capitaneria di Porto, della Protezione Civile di Vasto e di tanti volontari, sono giunti da Riccione anche i soci della Fondazione "Cetacea".

In relazione ai cetacei morti, il presidente del Centro studi cetacei onlus Vincenzo Olivieri ha spiegato che le carcasse «verranno posizionate sulla spiaggia, dove verrà eseguita la necroscopia, presumibilmente domani».

«Si tratta di sette soggetti maschi di circa dieci anni, sub-adulti, cioè che non hanno raggiunto la maturità sessuale - ha aggiunto Oliveri in relazione alle caratteristiche dei cetacei rimasti spiaggiati - Gli esemplari sono di lunghezza compresa tra i sette e i 12 metri. I capidogli erano in Adriatico di passaggio. Sono abituati ad acque molto più profonde e si immergono fino a 2.500 metri, ma spesso capita che branchi di sei o sette giovani si spingano fino a zone come l'Adriatico».

L'esperto non è in grado di dire se gli esemplari liberati ce la faranno: «Già lo spiaggiamento, di per sé, è un fatto traumatico grave - ha spiegato - perché con il peso elevato tendono a schiacciare il diaframma, con possibili problemi polmonari».

{{*ExtraImg_216091_ArtImgRight_300x199_}}«Stiamo lavorando nella zona senza sosta con le nostre motovedette, il nostro personale e con i sub arrivati da San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno)» ha spiegato il contrammiraglio Luciano Pozzolano in occasione del passaggio ufficiale di consegne del comando della Direzione Marittima Abruzzo-Molise dallo stesso Pozzolano al capitano di vascello Enrico Moretti, che si è tenuto questa mattina a Pescara. «Stiamo cercando, con l'ausilio dei tecnici, degli esperti e i veterinari dell'Ispra di capire come e perché è accaduto questo - ha aggiunto - Si tratta di un episodio particolare, ma la presenza di questi animali dimostra che il mare Adriatico sta tornando in salute». Il comandante uscente della Direzione Marittima Abruzzo-Molise-Isole Tremiti ha poi aggiunto che «erano anni che tali avvenimenti non accadevano dalle nostre parti. Si tratta di situazioni però già monitorate dai nostri uomini perché risulta che i capidogli fossero stati avvistati nei giorni scorsi lungo le coste croate».

{{*ExtraImg_216092_ArtImgRight_300x168_}}L'assessore regionale Silvio Paolucci ha espresso soddisfazione per l'esito dell'operazione di soccorso che ha impegnato, oltre a decine di volontari, i veterinari degli uffici della Asl Chieti-Lanciano-Vasto, l'Istituto Zooprofilattico "G. Caporale", il centro cetacei di Padova e Comune di Vasto. Paolucci, che ha inviato sul posto l'Ufficio veterinario della Direzione Regionale Politiche della Salute, ha voluto sottolineare il grande impegno dei volontari e delle volontarie della Protezione Civile, che da questa mattina hanno lavorato ininterrottamente per restituire i cetacei sopravvissuti alle profondità marine.